“La nostra generazione deve smettere di aspettare che tutto gli sia dato”

Andrea Cazzolaro e Martina Grassi, due ragazzi dell’associazione COVO, raccontano l'esperienza e le attività che vengono proposte e realizzate

Generica 2020

Spesso tra i giovani prendono voce lamentele riguardo all’immobilità della città di Varese.  Un costante “non c’è mai niente da fare” che si traduce nella monotonia del giro in centro serale, l’aperitivo al bar e magari la bevuta del sabato sera che ti occupa giusto qualche ora prima che tutto torni alla stanca e lamentosa spossatezza del fare sempre le solite cose, nei soliti posti, senza stimoli, il tutto condito dall’assenza totale della voglia di cambiare lo stato delle cose. Un’immagine vuota e spenta della città, che in questi mesi di emergenza sanitaria e restrizioni si è accentuata ancora di più.

Eppure, Varese è piena di cose da fare e da scoprire, eventi e progetti creati da giovani per i giovani, anche in questo periodo di magra degli eventi pubblici.

Abbiamo incontrato Andrea Cazzolaro e Martina Grassi, due ragazzi dell’associazione COVO, che dal 2017 si occupa di portare a Varese – e non solo – attività ed eventi che possano attirare e stimolare la curiosità dei giovani.

Come nasce COVO e di cosa si occupa?

«L’associazione COVO è nata nel 2017 dall’idea di un gruppo di giovani uniti dalla necessità di fare qualcosa insieme. Con il tempo si è ingrandita, accogliendo sempre più persone. L’obbiettivo di COVO è creare spazi fisici, o come è avvenuto durante la quarantena, spazi social, che possano unire persone accomunate da particolari interessi, dandogli la possibilità di esprimersi. Quello che creiamo nasce dall’esigenza di trovare un luogo che sia adatto a noi e ci permetta di esprimere liberamente noi stessi e le nostre passioni. Questa è un’esperienza a doppio binario, che trova l’individuo all’interno di uno spazio collettivo, ponendosi un obbiettivo di crescita che riguarda sia il gruppo che il soggetto. Si può essere attori nella società in cui si vive. La nostra scelta è essere un fattore di trasformazione rispetto a ciò che non piace, cercando in tutti i modi di migliorarlo».

In che modo l’associazione sta vivendo la situazione creata dalla pandemia?

«A causa dell’emergenza sanitaria che stiamo affrontando, abbiamo dovuto cambiare il modo di agire e di organizzare le nostre attività. Durante il lockdown siamo rimasti attivi, organizzando ripetizioni e “aiuto compiti” online, chiedendo solo un’offerta libera, per chi fosse disponibile a darla, indirizzata alla Croce Rossa, Emergency e l’ospedale di Varese.  Con questa iniziativa abbiamo toccato numeri interessanti, arrivando a coinvolgere oltre 50 famiglie e altrettanti volontari, creando una rete che andasse ben oltre COVO. Due settimane fa, poi, abbiamo proposto i nostri nuovi corsi, che comprendono disegno, teatro, scrittura creativa, francese e tedesco. La decisione di tenere queste lezioni online è nata molto prima delle ultime notizie riguardanti le nuove restrizioni e l’aggravarsi della situazione Covid. Per i nostri lavori non ci poniamo limiti: siamo nati in questa città e ci muoviamo da sempre su questo territorio, ma i confini non ci piacciono e per questo motivo estendiamo i nostri corsi e le nostre attività anche a persone al di fuori della provincia di Varese».

Siete legati anche ad altre associazioni?

«Abbiamo collaborato anche con associazioni come Fridays For Future Varese e Libera. Non siamo chiusi nei confronti di nessuno: se c’è una buona idea e un bel progetto, è bello collaborare. Oltretutto, recentemente è avvenuta una svolta nella vita dell’associazione: ci siamo uniti a Lancillotto, che ha sede a San Fermo, con il quale in passato avevamo collaborato per alcuni eventi. Prima che questa fusione avvenisse, il nostro punto di ritrovo era lo spazio di Informagiovani, mentre adesso la sede di Lancillotto è diventata la nostra casa».

I prossimi eventi che proporrete?

«In questo momento i progetti che avevamo in mente, a parte i corsi, sono tutti in standby a causa dell’emergenza coronavirus. Le idee non mancano, dobbiamo solo capire come poterle realizzare e quali sono le nostre possibilità. Cerchiamo sempre di creare attività legate alla realtà che viviamo, il che oggi significa lavorare su un distanziamento sempre più netto. Questo lavoro, come tutto ciò che progettiamo e creiamo, nascerà dalle nostre esigenze».

Cosa può fare la città di Varese per COVO?

«Varese può fare tante cose, ma la nostra generazione deve smettere di aspettare che tutto gli sia dato. Infrastrutture, servizi, quante cose mancano o andrebbero migliorate e potenziate? Noi ci accorgiamo delle mancanze e sempre noi dobbiamo prenderci ciò che vogliamo. E’ giusto che le persone si rendano conto che non serve lamentarsi se poi non si agisce per creare qualcosa concretamente. Noi come associazione ci stiamo attivando per nuove proposte, per dimostrare che si può fare qualcosa per abbattere le barriere create da chi dà voce a lamentele come “Varese è sempre uguale, non cambia mai nulla”. L’energia che si libera dal gruppo ha una potenza maggiore rispetto al singolo individuo».

di
Pubblicato il 23 Ottobre 2020
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.