Marina e il viaggio impossibile sull’autobus strapieno

Troppe persone a bordo dei mezzi pubblici, la denuncia di una lettrice che lamenta con disappunto le risposte ricevute dal personale di bordo

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Gentile redazione vorrei chiedervi una gentilezza, nonché darmi ascolto di quanto accaduto questa sera (martedì ndr) sull’autobus della linea E “Bizzozero – Avigno/Palasport”: sono una dipendente della fondazione Molina, considerato che abito a Milano faccio la pendolare, quindi ormai la NON puntualità dei mezzi e una regola. La situazione di questa sera è particolarmente raccapricciante in quanto stiamo vivendo nuovamente l’incubo vissuto nei mesi primaverile. L’autobus della suddetta linea che secondo l’orario esposto alla fermata “Fondazione Molina” doveva passare alle 17:01 è arrivato alle 17:09, anche più tardi dell’orario indicato del autobus che sarebbe dovuto passare alle 17:07. Salita sull’autobus vi lascio immaginare la scena: pieno zeppo di passeggeri, posti a sedere pieni con almeno una decina di passeggeri in piedi e l’autobus di piccole dimissioni. Naturalmente in quanto scocciata dal ritardo che mi è costato il ritorno a casa a casa ho fatto la domanda al controllore (che molto raramente capita che ci sia un controllore sulla vettura) “scusi c’è qualche problema, perché questo ritardo?”
A ciò il controllore mi ha risposto: “eh, signora capita”.
“Capita” con la cadenza giornaliera! Arriviamo alla fermata successiva che segue dopo la Fondazione, sale un’altra passeggera con la stessa mia domanda al controllore, con tanto di aggiungerle che per via di questo ritardo non fa in tempo a prendere le altre coincidenze dei mezzi, e per via di questa situazione non fa in tempo ad andare all’asilo a prendere la sua figlia. Dopo questa replica della Signora, ho continuato io facendo presente al controllore che la vettura è piena zeppa di passeggeri e nella situazione di ultimi giorni piuttosto che aumentare le corse dei trasporti pubblici, fanno pure ritardo, perché così facendo non si può assolutamente parlare di alcun distanziamento sociale. Il controllore ha esordito con una risposta poco professionale: “Signora se a lei non piace può scendere”. Cioè non basta che ho perso il treno per tornare a casa, devo pure scendere in quanto corro il rischio di contagiarmi perché un’azienda pubblica di trasposti in questa situazione ignora totalmente l’emergenza che viviamo. Considerato che l’autobus era pieno di persone che erano testimoni di tutto questo discorso, molti di loro hanno espresso a volta loro il disappunto per il pessimo servizio offerto dal CTPI. Senz’altro manderò anche una segnalazione nonché reclamo all’azienda, ma in quanto il problema ha carattere pubblico e soprattutto ad oggi bisogna pensare alla salute pubblica considerati i numeri spaventosi dei nuovi contagi che avvengono giorno.
Grazie per l’attenzione, e spero vivamente che possiate far recapitare il messaggio a chi potrebbe intervenire in questa situazione ormai insopportabile per i pendolari e per chi è costretto a prendere i mezzi pubblici.
Cordiali saluti,
Maryna Zhyronkina.

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Pubblicato il 04 Novembre 2020
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