I piccoli custodi del monumento degli Alpini: “Non dimentichiamo il nostro compito”
Gli alunni della classe IV B della Scuola Primaria De Amicis continuano a vegliare sul piccolo monumento preso in carico col progetto "tutta mia la città" e lo ricordano con una bella lettera agli Alpini

Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata dagli alunni della IVB della primaria De Amicis agli alpini di Busto Arsizio nel giorno dedicato alle Forze Armate e all’Unità d’Italia. Nella missiva ricordano il loro impegno, ereditato dai loro predecessori, per vigilare sul piccolo monumento vicino alla sede dell’Ana di Busto Arsizio nell’ambito di un progetto per conoscere i monumenti della città.
Egregio signor Sindaco e carissimi amici Alpini,
noi alunni della classe IV B della Scuola Primaria De Amicis, Istituto Comprensivo Bossi, quando abbiamo iniziato la prima elementare abbiamo accettato di prendere il testimone dagli alunni, ormai grandi della stessa sezione, continuando un percorso di cittadinanza attiva all’interno del Progetto “TUTTAMIALACITTA” con la conoscenza dei monumenti della città in cui viviamo e con l’adozione di uno di questi, il Monumento ai Caduti Alpini, simbolo di sacrificio e libertà che si trova proprio vicino alla nostra scuola, nel Piazzale Facchinetti. Anche quest’anno il nostro piccolo progetto rientra nel Progetto di “Educazione alla Legalità” che investe tutti gli ordini di scuola del nostro Istituto.
In questi anni abbiamo capito che il rispetto per i monumenti, simbolo di cultura di una nazione, ci rende partecipi e attivi alla vita della comunità intera e come dice spesso la nostra maestra “CITTADINI LO SI E’
FIN DA PICCOLI” e continueremo a vigilare affinché tutti i monumenti della città e nello specifico il nostro
Monumento siano rispettati da tutti i cittadini e curati da parte dell’Amministrazione della città.
Anche quest’anno, un anno strano, un anno in cui il virus Covid 19 la fa da padrone, un anno in cui il distanziamento sociale e l’uso delle mascherine sono fondamentali, vogliamo essere vicini, anche se solo virtualmente,
agli amici Alpini della nostra città per la Commemorazione ai Caduti Alpini della Grande Guerra.
Questo non per celebrare una vittoria, ma per ricordare i 600.000 caduti italiani, per lo più ragazzi, i quasi 10 milioni di morti della prima Guerra Mondiale e tutti i soldati che ancora oggi perdono la loro giovane vita nei tanti luoghi di guerra, per far sì che si possa vivere in un mondo pacificato dove la parola più importante è “PACE”.
Prendendoci cura del Monumento ai Caduti Alpini, noi alunni abbiamo voluto guardare la città con occhi attenti, ma abbiamo voluto conoscere anche il perché di questo monumento. Abbiamo conosciuto così, non sui libri di storia, ma dai racconti appassionati della nostra maestra, la storia della Grande Guerra e di tutte le sue atrocità. Questo progetto ci ha dato e ci continuerà a dare occasioni per parlare di GUERRA e di PACE, ci ha dato occasione di conoscere gli sforzi delle nostre Forze Armate che operano in missioni internazionali di pace nei paesi dove c’è la guerra e combattono il terrorismo. In Italia provvedono alla sicurezza dei cittadini e li aiutano quando accadono calamità naturali, come terremoti, alluvioni,…
Gli alpini: “Su ali d’aquila, sentinelle del suolo italiano. Di qui non si passa”! Noi alunni ”Sentinelle del Monumento ai Caduti Alpini”! In attesa del prossimo anno sperando di poter essere accanto ai nostri amici Alpini, non virtualmente ma in presenza, vi lasciamo con una piccola ma significativa poesia di Giuseppe Ungaretti: SAN MARTINO DEL CARSO.
Il paese di San Martino del Carso, conosciuto da tutti grazie a questa famosa poesia, scritta nel 1916, fu al
centro di scontri durissimi tra Austriaci e Italiani. Dopo i combattimenti, come ricorda il poeta-soldato, delle case del suo paese non rimase che qualche brandello di muro.
La poesia, formata da quattro strofe e da versi liberi, utilizza alcune metafore, nessuna croce manca, è il paese più straziato, per esprimere e trasmettere pensieri ed emozioni. Ungaretti riesce a rendere con il minimo di
parole lo strazio di un paese e lo strazio ancora più grande del suo cuore.
Di queste case
non è rimasto
che qualche brandello di muro.
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto.
Ma nel cuore
nessuna croce manca.
E’ il mio cuore
il paese più straziato.
Cordialmente vi salutiamo
Gli alunni e i maestri della IV B
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