Studenti di nuovo in classe, ma non si parli di “normalità”
Doppio ingresso per gli studenti delle scuole varesine. I licei Frattini e Ferraris hanno scelto di far rientrare in aula il 50% di alunni per ciascuna classe

« O tutti dentro o tutti fuori. Questi cambi ci costringono a modificare continuamente abitudini e tempi. Anche l’orario scolastico sempre diverso ci penalizza».
Sono felici di tornare in classe anche se non è possibile parlare di “normalità”. Gli studenti del Frattini e del Ferraris a Varese hanno ripreso questa mattina l’attività in presenza dopo quasi tre mesi di didattica a distanza
« Ci hanno lasciato davvero poco tempo per organizzarci – commenta una studentessa del liceo artistico – ma questa incertezza è faticosa. Per noi dell’artistico, non poter entrare nei laboratori è penalizzante. È come aver perso un anno».
A pesare di più è la scelta di far rientrare il 50% di ogni classe: « Altri istituti hanno optato per una divisione in anni, alternando biennio e triennio – racconta un ragazzo del Ferraris – secondo me è una soluzione migliore perché io ci tengo a stare con i miei compagni. La scuola è bella se ci possiamo vedere, stare insieme».
Tutti sanno che la ripresa delle lezioni frontali coinciderà con un aumento della pressione: « Entreremo subito nel periodo di verifiche e interrogazioni a raffica – sostiene un gruppo di compagne dello scientifico – avremo più lavoro sicuramente. Ma almeno potremo stare insieme».

Sul fronte dei trasporti, sono pochi quelli che raggiungono la scuola con i mezzi pubblici: « La linea extraurbana che ho preso era molto ben regolamentata, con indicazioni precise e c’era grande rispetto – spiega una studentessa – sulla navetta che da Varese ci ha portato a Masnago le cose sono andate un po’ meno bene».
Sono tanti, però, i ragazzi che non si fidano dei trasporti e preferiscono muoversi con mezzi privati: « Abbiamo già visto cosa è successo a settembre. Non ci sentiamo sicuri».

E il futuro come lo vedono? Si starà a casa tra due settimane, o tra tre…« un mese e saremo di nuovo in zona rossa».
Solo un ragazzo sogna la normalità: « Speriamo che la scuola non chiuda più».
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