Alla Collegiata di Castiglione, alla ricerca della bolla perduta (ma ben trascritta)

Il 7 di ogni mese un contenuto offerto dal Museo della Collegiata per avvicinarsi al sesto centenario dell'importante monumento

Generica 2020

Quasi 600 anni fa, poco prima del suo compleanno (il 4 febbraio), il cardinale Branda Castiglioni aveva gioito per un regalo straordinario, che per sempre avrebbe segnato non solo la sua vita, ma un intero borgo. Aveva infatti ricevuto da Roma una bolla, inviatagli il 7 gennaio 1422 da papa Martino V: il documento fondativo della Collegiata, primo passo ufficiale del cammino che, in pochi anni, avrebbe ridisegnato Castiglione Olona.

Nel testo della bolla si evidenziava la decadenza del luogo su cui sarebbe sorta la Collegiata, in sostituzione della precedente chiesa parrocchiale, dedicata a san Lorenzo, che “era così rovinata nel suo edificio e nelle abitazioni che nessun Rettore vi poteva risiedere né attendere ai divini offici” (traduzione di mons. Cazzani in “Castiglione Olona nella storia e nell’arte”, Milano, 1966, p. 304). Ecco quindi il permesso di costruirla “de novo”, affidandola alla famiglia Castiglioni. Le sostanze per realizzare l’impresa furono trovate, in minima parte, subordinando alla nuova parrocchiale cinque cappelle che allora non erano curate e assegnando alla Collegiata i loro redditi.

Mettersi sulle tracce dell’importante bolla è un’avventura che merita un racconto.

La bolla non è più presso la Collegiata, probabilmente perché andò distrutta nell’incendio che nel 1780 interessò l’antica sagrestia, dove erano custoditi il tesoro e l’archivio.

Ben noto tuttavia è il suo contenuto. Fonte preziosa è Matteo Castiglioni che nel 1596 la pubblicò nel suo libro “De origine, rebus gestis ac privilegiis Gentis Castilioneae”. Chi volesse sfogliare il testo conservato presso la Biblioteca Civica di Varese, digitalizzato e online, potrebbe cimentarsi nella lettura della bolla (pp. 73-74 del file): https://www.bdl.servizirl.it/vufind/Record/BDL-OGGETTO-5437.

Poiché la bolla originale, a meno di sorprese, è perduta, il Museo della Collegiata si è posto sulle tracce della copia che a Roma viene sempre depositata nell’apposito registro: la cancelleria papale deve infatti conservare memoria precisa degli atti emanati.

Il contatto con l’Archivio Apostolico Vaticano, avviato nell’autunno 2020, ha sortito la risposta che la bolla si trovava in uno dei Registri Lateranensi di Martino V, purtroppo persi, probabilmente in seguito al trasferimento a Parigi dell’Archivio Vaticano durante il periodo napoleonico.

Per non lasciare nulla d’intentato, la dottoressa Laura Marazzi, conservatrice del Museo della Collegiata, ha consultato l’Archivio Castiglioni, che il Comune di Castiglione Olona ben custodisce nello splendido scenario di Palazzo Branda Castiglioni.

Ed ecco spuntare ben tre trascrizioni della famosa bolla.

Una trascrizione è del 1811 e deriva dagli Atti delle Visite Pastorali, allora presso l’Archivio Arcivescovile (Cappelanie cartella 2 fascicolo 2). La bolla originale fu vista da san Carlo presso la Collegiata durante la visita pastorale del 1581. Questo fatto, che conferma la presenza in loco del documento, è riportato in un appunto, visibile ai margini della trascrizione più antica dell’Archivio Castiglioni, databile al 1583 (Capitolo cartella 1 fascicolo 2).

Un colpo di scena è portato dalla terza e più recente trascrizione (Arcipretura cartella 1 fascicolo 1). Essa è del 1852 ed è tratta dal Registro delle Bolle, allora presso la Dataria Apostolica a Roma, con tanto di dichiarazione firmata del custode del Registro delle Bolle circa la correttezza della trascrizione, seguita dall’autenticazione della firma, sottoscritta dal sostituto della Segreteria di Stato, con relativo corredo di timbri e sigillo.

Ed ecco il capitolo più strano del giallo: da una parte risulta che la copia romana della bolla andò perduta, a causa delle requisizioni di Napoleone d’inizio Ottocento, ma dall’altra si evince che, a metà del secolo, la copia era a Roma, se potè essere ufficialmente trascritta, come da Castiglione venne richiesto.

Il caso aspetta storici-detective in grado di sciogliere tutti i nodi dell’intreccio.

Si comprende con facilità, invece, il motivo di ben due trascrizioni ottocentesche: si resero necessarie a seguito della distruzione della bolla originale, probabilmente bruciata nel già accennato incendio del tardo Settecento.

La ricerca presso l’Archivio Castiglioni avvia simbolicamente la collaborazione con il Comune di Castiglione Olona, nella prospettiva della celebrazione dei 600 anni dalla fondazione della Collegiata che, dal 2022, animerà l’intero storico borgo.

«La data del 7 gennaio 1422 segna l’inizio del grande cantiere che il Cardinal Branda Castiglioni ha voluto per il suo borgo – dice Cristina Canziani, assessore alla Cultura del Comune – centro di spiritualità, cultura ed arte, trasformandolo nella prima cittadella ideale dell’umanesimo. Il sesto centenario della fondazione della Collegiata,  ‘gioiello’ della nostra città, sarà l’occasione per celebrare, insieme alla Parrocchia,  la memoria di quell’evento; opportunità  di approfondimento e di valorizzazione  di quell’immenso patrimonio artistico che il Cardinale ci ha lasciato e che grazie ai diversi artisti, Toscani, Lombardi ma anche provenienti d’oltralpe, ha creato quell’unicum che ancora oggi possiamo ammirare. La Collegiata è il grande albero simbolico che rappresenta Castiglione Olona.  Le sue radici sono profonde, storiche, radicate nel Rinascimento e nella visione del mondo del cardinale che l’ha voluta. Il suo fusto è robusto e la città si sviluppa tutt’attorno come le chiome. Grazie alle cure di chi ne garantisce tutela e custodia, sta rinverdendo con importanti interventi di restauro.  Il seicentenario sarà occasione per dimostrare quanto la parrocchia, l’amministrazione e la cittadinanza tutta tiene al fiore più bello e prezioso».

La riapertura del Museo

Con il passaggio in zona gialla il Museo della Collegiata ha riaperto al pubblico  mercoledì 3 febbraio

Secondo le disposizioni vigenti, resterà aperto solo nei giorni feriali: da martedì a venerdì > 9.30 –12.30 / 14.30 – 17.30 (sabato, domenica e lunedì chiuso).

Ultimo ingresso: mezz’ora prima della chiusura

Accesso: Il Complesso Museale ospita contemporaneamente max 25 persone (in Battistero max 5 persone e 10 minuti di permanenza). Non occorre la prenotazione. Eventuali attese vengono gestite dal personale del Museo in spazi all’aperto.

Obblighi: non accedere con temperatura uguale o superiore a 37,5 °; indossare sempre la mascherina; rispettare la distanza interpersonale di almeno 1,5 metri.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Febbraio 2021
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