Si è spento Bepi Bortoluzzi, il notaio di Varese

Aveva compiuto 102 anni lo scorso novembre. Il ricordo di Mauro Della Porta Raffo

I magnifici 100 anni di "Bepi" Bortoluzzi

Aveva compiuto 102 anni il novembre scorso. Se n’è andato Giuseppe Bortoluzzi, Bepi.
Notaio molto noto in città, Giuseppe Bortoluzzi, veneziano di origine trapiantato con la famiglia a Varese negli anni Trenta del secolo scorso, dopo le vicissitudini belliche e la laurea conseguita a Pavia, intraprese la carriera di notaio andando a bottega presso lo studio degli Zanzi, notai in Varese da più di un secolo.

Vinto il concorso dopo un breve periodo ad Albavilla e a Seregno divenne notaio a Varese dove ha tenuto studio ininterrottamente dagli anni Cinquanta sino alla pensione, prima in Piazza della Motta 5/a poi in Piazza Monte Grappa.

Alla sua bottega si sono formati due figli Andrea e Tomaso entrambi laureati a Pavia e notai, e tre nipoti, Pietro e Cesare anch’essi notai, e Guido, avvocato.

Uomo di cultura come il fratello Emilio, padre della terapia intensiva e rianimazione di Varese scomparso tre anni fa, Bepi era cognato di Dante Isella e amico di Renato Guttuso.

Il saluto di Mauro della Porta Raffo

Avevo, direi, sedici o diciassette anni e, perbacco!, Vice Presidente della Gioventù Liberale della Provincia quale ero da poco, partecipavo dalle sedie di fondo alle riunioni del Partito Liberale nella sede di Via  Bernascone 1.

Erano convocate e presiedute dal Segretario Provinciale Piero Chiara.

Tra i partecipanti – industriali e professionisti di nome – autorevole, assai colto, Consigliere comunale, il notaio Giuseppe Bortoluzzi (che mi sarei sentito autorizzato a chiamare ‘Bepi’ infiniti anni dopo).”

Anziano ai miei occhi (ventisei anni di differenza d’età per un giovane sono molti e solo dopo, con il trascorrere dei decenni, meno significanti), lo conoscevo perché con lo stesso Chiara era stato tra gli ideatori e realizzatori delle Mostre Internazionali di Scultura di Villa Mirabello – che, per l’importanza degli artisti partecipanti, avevano a due riprese illustrato dovunque Varese – la cui fattura era stata curata da mio padre Manlio Raffo, allora e per lunga pezza, Direttore dell’Ente Provinciale per il Turismo locale.

Trascorsi, come accennato i decenni, sbiadito e poi pressoché defunto il Partito Liberale alle cui prese di posizione politiche avevo con lui collaborato essendo diventato Segretario Cittadino e Vice Provinciale, via via, ‘Bepi’ ed io avemmo sempre meno motivo di incontrarci se non in giro, nel centro città, per caso.

Questo fino davvero a poco tempo fa perché portava con incredibile disinvoltura il secolo e più di vita che gli era toccato trascorrere sulla Terra.

Erano i nostri incontri pieni di festosità essendo una felicemente contagiosa allegria una sua ulteriore cifra.

Apprendo della di lui dipartita a centodue anni con uno strano sentimento.

Non con dolore.

Con un senso invece di pace e dolcezza.

Ci vediamo nell’altra vita, Bepi.

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Pubblicato il 10 Febbraio 2021
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