I giovani di Croce Rossa Valceresio portavoce di un’intera generazione

I giovani del Comitato di Valceresio ci hanno accolti all’interno della sede di Arcisate per raccontarci le attività sociali che propongono. In primo piano il disagio giovanile legato all'emergenza Covid

Croce rossa Valceresio, gruppo giovani - foto di Noemi Pagani

La presentazione del nuovo corso di accesso di Croce Rossa Italiana, che si è svolta nella serata di giovedì 4 marzo ad Arcisate, è stata l’occasione per incontrare alcuni ragazzi del gruppo Giovani del Comitato di Valceresio, conoscere di cosa si occupano e di come stanno vivendo lo stop di alcune iniziative che li vedono protagonisti nelle piazze e nelle scuole.

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Croce Rossa Valceresio, i ragazzi del gruppo Giovani 4 di 9

Spesso si associa Croce Rossa esclusivamente all’ambulanza e al soccorso, quando in realtà al suo interno vengono messe in campo disparate iniziative di volontariato. In particolare, il gruppo giovani si è da sempre occupato di attività per il sociale rivolte alla gioventù, dai bimbi delle scuole materne ai giovani universitari e lavoratori, sospese a partire dal manifestarsi della pandemia. I giovani volontari stanno oggi cercando di individuare mezzi e modalità per intervenire nel futuro prossimo in maniera propositiva, continuando ad operare in tre aree di riferimento, quali salute, pace e stile di vita sano.

«Ciò che possiamo fare oggi – dice Valentina, giovanissima insegnante delle scuole elementari, in Croce Rossa da ben 7 anni – è affidarci alla comunicazione via social, diffondendo messaggi positivi, proponendo campagne e iniziative alle scuole». Data l’impossibilità di entrare fisicamente nelle scuole, dovranno essere presidi ed insegnanti ad attivarsi per la realizzazione di questi progetti: «Vedere i volontari in divisa entrare nelle proprie classi, ha sempre avuto un certo effetto sui bambini. Mai come oggi, avrebbero bisogno di questo, di un contatto, di un’occasione di socialità con una figura esterna che abbia la possibilità di dedicare loro del tempo».

Gli obiettivi di Croce Rossa vengono sempre stabiliti sulla base delle reali necessità della popolazione. Per questo motivo, il gruppo giovani della Valceresio vuole affrontare il fenomeno sociale del disagio giovanile, amplificatosi durante la pandemia a causa dell’isolamento di bambini e ragazzi. «Abbiamo vissuto questa mancanza di contatto fisico sulla nostra pelle, sia come individui sia come volontari – dice Roberta, studentessa al primo anno di ingegneria, in Croce Rossa dallo scorso anno – Ciascuno di noi può dire “ho perso i miei anni migliori e nessuno me li darà mai indietro”, ma la cosa più importante oggi è guardare al futuro positivamente, non perdere gli stimoli e continuare a coltivare le proprie passioni».

Il gruppo giovani ha intenzione di optare per una comunicazione chiara, semplice ed efficace, che possa consapevolizzare i cittadini di tutte le età attraverso un’informazione di qualità. «Sfruttando le possibilità offerte dalle nuove tecnologie, sarà possibile coinvolgere direttamente bambini e ragazzi – sostiene Stefania Gumiero, consigliera e responsabile del gruppo giovani – Grazie al contributo di professionisti, i volontari riceveranno un’adeguata formazione sulle tematiche della depressione post traumatica da stress e del ritiro sociale. Il progetto che abbiamo in mente ha l’obiettivo di stabilire innanzitutto un contatto attraverso uno sportello telefonico anonimo, per poi creare uno spazio in cui i giovani possano sentirsi liberi di esprimere pensieri, emozioni ed esperienze, facendosi portavoce di un’intera generazione».

Durante il periodo emergenziale è stato anche attivato il Telefono gentile, con l’obiettivo di dare un supporto psicologico alle famiglie che già il Comitato assisteva con i pacchi alimentari. «Forse è stato maggiore l’aiuto che ho ricevuto, piuttosto che quello che sono riuscita a dare – afferma Valentina – Chi decide di diventare volontario, lo fa principalmente per dare voce alla parola della popolazione e per aiutare gli altri. Spesso non ci si accorge che, in maniera estremamente naturale, ogni azione arricchisce innanzitutto se stessi».

Dai racconti dei volontari emerge l’importanza umana della socializzazione. Oggi ai bambini viene detto di non abbracciarsi, di igienizzare le mani, di non condividere la merenda o le matite: «Non stanno apprendendo cosa significa vivere in società – dice Vittoria, studentessa del liceo artistico – La scuola non è soltanto studio di nozioni. Andare a scuola significa vivere la socialità, una fonte di apprendimento e di arricchimento personale indispensabile alla crescita di ciascuno».

Diventare volontario significa soprattutto mettersi in gioco: «Croce Rossa mi ha dato la possibilità di sentirmi parte di un gruppo e di fare qualcosa di bello per gli altri – racconta Alessandro, volontario da circa 4 anni. – Mai come oggi i ragazzi hanno bisogno di uno sprone, di un punto di riferimento e di un luogo in cui sentirsi a casa. Questo è Croce Rossa: una grande famiglia capace di unire persone diverse che hanno però un obiettivo comune ben preciso».

Dalle parole dei ragazzi traspare la voglia di affrontare con passione, realismo e concretezza questa situazione difficile, che può essere superata soltanto agendo in maniera coesa. L’appello del gruppo giovani è innanzitutto rivolto al rispetto delle regole e delle normative vigenti, ma è anche un’esortazione ai ragazzi a fare esperienze di vita concrete, all’interno di un luogo di socialità e condivisione.

Croce Rossa offre la possibilità di apprendere valori universali, maturare consapevolezza e condividere le proprie competenze: «Ciascuno ha un talento da scoprire e da coltivare, che spesso non viene messo in risalto all’interno delle mura scolastiche – conclude Valentina – Qui tutti hanno uguale possibilità di esprimere le proprie risorse al meglio, contribuendo attivamente ai progetti e alle iniziative che realizziamo».

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Pubblicato il 12 Marzo 2021
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