Lettera aperta a Fontana, “ci aiuti a superare la Dad”

Una mamma che svolge una professione in ambito sanitario racconta le difficoltà del momento

Aree gioco chiuse e didattica a distanza: Legnano si risveglia in "arancione rafforzato"

Gentilissimo presidente Attilio Fontana,
mi rivolgo direttamente a lei, fiduciosa che possa celermente trovare soluzione alle difficoltà che vivono in questo momento le famiglie composte da due genitori che lavorano a tempo pieno e con i figli in DAD, considerata la sua celerità nel firmare decreti.
Sono un’operatrice sanitaria dell’ospedale operante in un reparto direttamente impegnato nel
contenimento della diffusione del virus SARS-COVID-19 e mio marito è un operaio a tempo pieno
in un’azienda fortunatamente florida. Parlo a nome mio nello specifico ma son sicura di dare voce alle criticità di molte altre famiglie.
Giovedì 4 marzo alle 12 ha annunciato la chiusura delle scuole a partire dal giorno successivo, senza che ci siano in atto misure di tutela o sostegno per le famiglie direttamente coinvolte. Mi trova d’accordo sulla chiusura delle scuole se accompagnata dalla chiusura di tutte le altre attività, perché la gente continua a circolare esattamente come prima, anzi… se con le scuole aperte si muovevano circa 20 persone ogni 100 studenti ora se ne muovono 2 per ogni studente. Sì, perché i minori, tra l’altro con una didattica da seguire, non possono certo rimanere a casa da soli…e con chi stanno? Nonni, baby sitter, magari lo zio in smart working (che se lavora non può certo seguire la didattica dei piccoli che non sono autonomi proprio per limite di età), o magari qualche mamma di compagni di classe casalinga che si presta ad accogliere altri bambini in casa. Lo capisce che tutto questo lo si può definire solo un grosso pasticcio? Non solo la toppa è più piccola del buco, ma così si rischia tangibilmente di allargarlo!
Se è vero che il virus sta circolando ora più nelle scuole, è anche vero che i bambini son da ritenere “pericolosi” o comunque a rischio e a chi li stiamo affidando? Molto spesso (per chi ancora li ha) ai nonni, la categoria più fragile, o in altri casi a persone non appartenenti al nucleo famigliare. Allora se proprio vuole mantenere questa linea (contradditoria) sarebbe il caso di dare priorità di vaccinazione proprio a chi si deve occupare di loro (che non sono certo gli over 80).
Vogliamo poi citare – chiedo perdono ma non ho altro modo per definirla – la presa in giro del
giovedì 4 marzo sera annullata domenica 7 marzo sera, dei figli degli operatori sanitari e key
workers aventi diritto alla didattica in presenza? Il week end passato in tutta fretta a capire come fare a richiederla, scaricare documenti, autocertificazioni, inviarli e in serbo una piccola speranza accesa per chi non ha modo di assentarsi dal lavoro, che nella prima e seconda ondata ha rinunciato ai propri diritti di ferie e riposo, lavorando anche 7 giorni di fila, mettendo a rischio la propria salute, svanita in un altro celere provvedimento.
Nella speranza che queste parole possano direttamente arrivare a lei e fiduciosa in un suo immediato intervento, Le porgo la mia stima ed i migliori saluti.

Una mamma, OSS ed ora anche insegnate (disperata).
Pagnoncelli Miriam
Induno Olona

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Marzo 2021
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