I giovani e la pandemia, storie di un anno “rubato”
Le vittime collaterali del covid, quelle di cui nessuno parla: i giovani. Abbandonati, fin dall’inizio, loro, che sono il presente e saranno il futuro del nostro Paese. Ecco le loro storie
Young covid, storie di giovani in un anno di pandemia. Un nuovo spazio nato per dare voce a chi, in un anno di emergenza sanitaria, non ha avuto molte occasioni per esprimersi. (foto di copertina: Andrea Elli)
La pandemia ha inevitabilmente tolto qualcosa (o qualcuno) a tutti durante uno degli anni più bui della storia recente del nostro Paese e del mondo intero. Tutti hanno sofferto, chi più, chi meno.
Ci sono state però anche le vittime collaterali del covid, quelle di cui nessuno parla: i giovani. Abbandonati, fin dall’inizio, loro, che sono il presente e saranno il futuro del nostro Paese.
Attraverso Varesenews e V2Media, il network dei nostri giornali, vogliamo dare voce a chi, da un anno a questa parte, non ne ha avuta, grazie ad una serie di interviste a ragazze e ragazzi del territorio. Se volete scriverci per raccontarci come avete vissuto questo anno pandemico potete COMPILARE QUESTO MODULO.
Le interviste:
Marco, giovane ristoratore di Saronno: “Il mio sogno interrotto dalla pandemia”
Valentina: “Mi mancano le giornate in università ricche di socialità”
Azzurra: “Appena si potrà, realizzerò il mio sogno di fare un viaggio in Thailandia”
Giulia: “La mia sopportazione psicofisica è arrivata al limite”
Alessia: “Mi sento rinchiusa in casa a vivere sempre lo stesso giorno”
Giulia: “Un anno di incertezze sul lavoro e difficoltà nei rapporti”
Giulia: “Mi manca danzare in accademia, spero di ritornarci il prima possibile”
Elisa: “Ci vorrà molto tempo per riavere lo stile di vita che avevamo prima dell’emergenza”
Chiara: “Voglio tornare il prima possibile in università e in piscina ad allenare”
Stefano: “Quando l’emergenza finirà mi concederò 24 ore di vita”
Laura: “Mi sono sentita in gabbia. Appena si potrà, farò la mia festa festa di laurea”
Fabio: “Mi manca tanto l’università. Stare da solo non è per niente facile”
Enevia: “Ho scoperto il mondo degli acquari e donato mascherine agli anziani”
Miriana: “Sensazioni negative, ma cerco di essere fiduciosa. La DAD funziona”
Dario: “Ho capito cos’è davvero importante per me. Che noia le videochiamate”
Giovanni: “Il lockdown è passato veloce, ma la pallavolo è stata una mancanza importante”
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