“Un agente in ogni quartiere a Gallarate? Libro dei sogni”

Giuseppe De Bernardi Martignoni critica uno dei punti del programma di Margherita Silvestrini, la candidata del centrosinistra: "Impossibile da attuare"

Centrodestra Cassani Gallarate

«Un agente in ogni quartiere? La proposta di Silvestrini è un libro dei sogni». Il consigliere di Fratelli d’Italia Giuseppe De Bernardi Martignoni critica uno dei punti del programma di Margherita Silvestrini, la candidata del centrosinistra che ha presentato sabato il lavoro fatto con i gruppi tematici.

Nel programma di Silvestrini, tra i punti del capitolo “Gallarate si-cura” (dedicato alla sicurezza declinata anche come cura sociale), si parla anche di “agente di prossimità”: la figura “è un presidio, una costante presenza, un riferimento per quanti risiedono, lavorano e si trovano in un quartiere cittadino, contando su di un agente di Polizia Locale, quale presenza disponibile, rassicurante e attenta“.

Proprio questo passaggio va storcere il naso a De Bernardi Martignoni. Che parte da «un appunto tecnico» che «in qualità di ex assessore provinciale alla sicurezza»: «Quella dell’agente di quartiere era una valutazione che avevamo fatto anche noi nel programma di cinque anni fa, ma la normativa attuale vigente prevede che gli agenti debbano operare sempre in coppia e dunque servirebbero due genti di prossimità per ogni quartiere».

De Bernardi Martignoni calcola la presenza di due agenti per ogni quartiere esterno al centro, «per coprire sei ore al giorno in otto quartieri servirebbero 16 agenti, per dodici ore servirebbero 32 agenti. E oggi abbiamo solo 45 agenti». Per questo l’idea viene indicata come «una proposta da libro dei sogni».

“Sulla sicurezza programma realizzato quasi al 100%”

Il consigliere di FdI distingue la proposta del centrosinistra dall’approccio usato dalla giunta Cassani: «Cosa diversa è ciò che abbiamo attuato noi: una pattuglia che nel suo giro di servizio si muove tra i rioni».

Per De Bernardi Martignoni il risultato positivo è evidente: «Anche la valutazione da parte di una società esterna dava quasi il 100% di risultati ottenuti su dieci punti programmatici della sicurezza. L’unica parziale mancanza è sula gestione dei clochard», tema riemerso negli ultimi mesi.

«Su questo bisognerà potenziare, con un discorso sanzionatorio continuo che porti – ci auguriamo – ad una sorta di Daspo. Con le associazioni si è tentato di lavorare con queste persone ma senza risultati, perché non vogliono essere aiutati. E certo non si risolve con le sedie messe in strada per accaparrarsi una manciata di voti» (un riferimento alla presentazione della lista Officina di Cura Urbana, che ha usato le sedie come simbolo di frequentazione dello spazio pubblico),

Le critiche sul “caso profughi” di cinque anni fa

Martignoni critica anche Silvestrini perché «non si è opposta all’insediamento dei profughi in via Beccaria, ai tempi dell’amministrazione Guenzani».
Però il centro d’accoglienza era una iniziativa privata su cui il Comune (a Gallarate, come a Samarate o altrove) non ha competenza…  «Si poteva rallentare l’insediamento, si poteva trovare una soluzione migliore».

L’amministrazione Cassani si oppose arrivando al «trasferimento a Madonna in Campagna». Dove il centro rimase attivo poi per due anni: l’amministrazione era intervenuta anche con un’ordinanza, poi bocciata dal tribunale di Milano, che impose risarcimenti (simbolici). «E abbiamo evitato che aprisse il centro profughi a Sciarè, arrivando a una soluzione a Madonna in Campagna».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Maggio 2021
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