Teste di animale davanti casa di una coppia di Gallarate, due arresti della Squadra Mobile

I due anziani si erano ritrovati il macabro avvertimento davanti casa. Dalla denuncia scatta l'indagine e si scopre che il figlio broker era in affari con un pregiudicato residente alle Canarie che non aveva "apprezzato" il suo lavoro

questura di varese polizia

Avvertimenti mafiosi ai danni di una coppia di anziani di Gallarate, scattano gli arresti della Squadra Mobile su ordine del Gip di Busto Arsizio nei confronti di due soggetti pregiudicati, accusati di averli intimoriti con una serie di messaggi inequivocabili tra i quali il ritrovamento di una testa di animale davanti all’abitazione e una tanica di benzina sul balcone.

Per questo nella notte tra il 10 e l’11 maggio, al termine di un’articolata attività d’indagine delegata dalla Procura delle Repubblica di Busto Arsizio, gli agenti della Squadra Mobile della Polizia di Stato di Varese guidati da Silvia Elena Passoni hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di G.G. italiano nato in Svizzera di 55 anni dimorante a Gran Canaria (Spagna) e G.B. di 75 anni residente a Torino, entrambi accusati di estorsione nei confronti di un faccendiere gallaratese che si era proposto quale promotore finanziario. Il faccendiere in questione è il figlio della coppia, finito in un affare ben più grosso di lui.

La denuncia della testa di ovino ritrovata davanti casa

L’attività di indagine ha preso avvio nell’agosto del 2020 a seguito della consegna da parte di ignota persona di una testa di ovino a Gallarate presso la residenza degli anziani genitori del “broker” i quali, spaventati dell’accaduto, avevano chiamato il numero unico di emergenza 112, riferendo al personale intervenuto che un analogo episodio era accaduto uno o due mesi prima ma nell’occasione non avevano chiamato le forze dell’ordine.

La scoperta del vero destinatario delle minacce

Iniziava l’indagine ad opera della Squadra Mobile di Varese e da subito si scopriva che il vero destinatario degli atti intimidatori era il figlio degli anziani coniugi, resosi irreperibile anche agli investigatori e che, per sottrarsi agli estorsori nel timore di gravi conseguenze, facendo credere di trovarsi nell’est Europa, in realtà si nascondeva in un appartamento di Gallarate impegnato in svariati “affari” per recuperare le somme richieste.

L’indagine è stata avviata ricostruendo il passato e gli affari in cui la vittima era coinvolta, proseguendo con servizi di osservazione, analisi dei flussi finanziari (grazie all’ausilio della Compagnia della Guardia di Finanza di Gallarate) e indagini informatiche che portavano a indagare il cinquantacinquenne in quanto ritenuto il “mandante” degli atti intimidatori commissionati a distanza dall’isola di Gran Canaria e il pregiudicato torinese quale autore materiale del quale erano ricostruiti minuziosamente tutti i movimenti nei giorni dei fatti.

Dalla testa di ovino alla benzina

La sequenza di minacce nei confronti della vittima conta almeno quattro gravi atti intimidatori: la consegna di una testa di animale nel giugno 2020, analoga consegna l’8/8/2020, il recapito di un video che riprendeva la casa dei genitori nel settembre 2020 e pochi giorni dopo il pericoloso recapito nottetempo sul balcone di casa di una tanica con 6 litri di benzina, con il rischio che l’accensione potesse causare gravi conseguenze non solo all’immobile.

Le grosse somme in ballo e i soldi persi

Altresì l’indagine ha permesso di delineare la situazione da cui scaturivano gli atti intimidatori, inquadrandoli in un contesto estorsivo maturato nell’ambito degli “affari” che la vittima intratteneva con il pregiudicato dimorante alle Canarie, ed ha fornito evidenze delle faccende di dubbia liceità che egli curava, in particolare di intermediazione finanziaria/commerciale con operazioni per conto terzi su conti esteri, relativi apparentemente a grandissime somme.

Gli investimenti immobiliari finiti male e il tentativo di recuperare i soldi

In tale ambito gli autori del reato, dopo aver concordato nel giugno 2019 un vago accordo affaristico per investimenti immobiliari e/o finanziari con il faccendiere, che garantiva guadagni grazie a movimentazioni speculative di denaro o titoli su piazze bancarie orientali, a fronte del mancato profitto, hanno richiesto con modalità estorsiva la consegna di almeno € 575.000, in parte ottenuti; infatti la Squadra Mobile di Varese ha individuato l’avvenuto versamento di almeno € 112.000 in varie dazioni di cui una nella quota di € 100.000 corrisposta mediante trasferimento di valuta tra istituti di credito da un conto nella disponibilità di una società albanese in affari con la vittima a conti correnti, intestati ad una società italiana ed una spagnola, controllate da G.G..
Sulla base della ricostruzione fatta, la vittima era riuscita ad ottenere la transazione da € 100.000, facendola figurare quale suo compenso frutto della mediazione da lui fatta tra la società albanese ed una italiana poi (separatamente) coinvolta in un’indagine di altra Procura della Repubblica per una truffa nella fornitura di materiale medicale per affrontare l’emergenza pandemica.

L’arresto di notte prima della ripartenza per le Canarie

Con la ricostruzione offerta, il Pubblico Ministero ha richiesto l’emissione dell’Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere che il GIP di Busto Arsizio ha accolto e che la Squadra Mobile ha eseguito nella notte tra lunedì e martedì scorso a Torino dopo ulteriore attività di indagine finalizzata al rintraccio in particolare del mandante che si trovava sporadicamente e per pochi giorni in Italia da dove sarebbe subito ripartito alla volta delle Canarie.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 13 Maggio 2021
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