“L’esame non è solo la fine di una fase, ma l’inizio di quella futura”
Secondo anno di Esame rimodulato a causa dell'emergenza sanitaria. La dirigente del Crespi Cristina Boracchi è presidente al liceo artistico Frattini di Varese
Nel liceo vige un grande silenzio. Il protocollo impone che entri un candidato per classe alla volta e solo un testimone assiste all’orale. Amici, compagni e genitori attendono fuori dal liceo.
La dirigente del Crespi di Busto Arsizio Cristina Boracchi è presidente di commissione al Frattini di Varese. Per lei è un appuntamento estivo fisso anche se, dallo scorso anno, l’Esame di Stato è radicalmente cambiato, niente scritti, solo un orale e, proprio per gli studenti dell’artistico, nessuna prova di progettazione su più giorni.
Per tutti un orale che si apre con la discussione della tesina assegnata: « Il secondo anno pandemico ha determinato la necessità da parte del ministero di adottare una modalità di esame di stato che solo apparentemente è ridotta rispetto agli anni scorsi – commenta la dirigente Boracchi – Infatti il colloquio d’esame che verte su un elaborato da parte dello studente, assegnato dal consiglio di classe, sull’analisi di testi letterari, sulla possibilità di esprimere percorsi pluridisciplinari che vengono al momento proposti attraverso una domanda o un immagine agli studenti. Comporta una importante capacità di gestione del tempo, dell’analisi, ma anche delle competenze specifiche delle singole discipline.
Il ministro questa mattina ha augurato agli studenti di mantenere la curiosità di scoprire la bellezza e di scoprire cose nuove, e direi che questo esame di stato porta anche a questa dimensione auspicata dal ministro. Il clima è e deve essere disteso mettendo gli studenti a proprio agio e permettendo loro di esprimere al meglio le competenze acquisite, competenze che naturalmente contengono conoscenze che, pur vagliate già dal consiglio di classe nel quinquennio, devono evidenziarsi anche in sede d’esame. L’esame però non è semplicemente la chiusura di una fase: è l’apertura a una fase successiva della loro esperienza di studio, di carriera e anche personale e pertanto è bene che l’esame venga vissuto con anche quella serietà e ritualità– che speriamo non sia burocratica -che deve contraddistinguerlo».
Ogni colloqui dura un’ora, cinque candidati al giorno. Entro fine giugno sarà finita. E sarà davvero estate
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