Lucio il pasticcere va in pensione
"Figlio d'arte", è diventato imprenditore e oggi è capo staff del Co.se Buone di Gazzada. Dove ieri ha tagliato la torta per festeggiare il meritato riposo. "Ma continuerò a impastare e a fare torte".
«Altruista, positivo, giocherellone. Un amico, un supporto nei momenti bui e un grande professionista. Prima di essere un grande pasticcere, è un uomo meraviglioso, umile, vero, un secondo papà».
L’affetto e la stima per Luciano Costa, capo a tempo pieno dello staff della pasticceria Co.se Buone di Gazzada Schianno, traspaiono nelle parole dei suoi dipendenti e nella descrizione di chi lo conosce bene. Da oggi, “Lucio” sarà in meritata pensione, dopo decenni di attività che lo ha portato, con orgoglio, a partecipare alle cerimonie più belle, dai battesimi ai matrimoni: «Io, però, non mi sento pensionato – rassicura gli amici – ho sempre lavorato e il cambio di prospettiva non è facile, perciò, continuerò a impastare e a fare torte».
Sembrava ieri e, invece, erano gli anni ’50: un Costa bambino rubava le caramelle nella pasticceria della mamma per portarle a scuola. Era sempre circondato da amici e, sorridente, amava le avventure: soprattutto, si cimentava nell’arte degli impasti, mescolando un mucchietto di terra con le uova che prendeva di nascosto a mamma e papà.
Luciano cresce con le idee chiare. Dal Buzzi a Varese inizia la gavetta e, successivamente, con l’apertura della pasticceria a Morazzone, diventa imprenditore: tra impasti e cotture e con tanta passione per la magia di creme e profumi che ancora oggi caratterizzano i suoi prodotti, forma una famiglia stupenda con tre figli.
Molto conosciuto e stimato nel suo paese d’origine, anno dopo anno diventa nome di rilievo nel panorama gastronomico provinciale: «Lucio è silenzioso – così lo descrive Antonietta Sereno, titolare della pasticceria Co.Se Buone – non si mette in mostra, sta dietro le quinte e fa parlare le sue creazioni. Io sono esplosiva e lui mi sgrida spesso. Ogni giorno mi insegna ad essere positiva, a non arrabbiarmi, a godermi la vita nelle piccole cose. Gli devo molto, soprattutto il successo e la serenità che mi ha regalato».
La forza e il sostegno di Lucio nei confronti dell’azienda sono stati tanto più evidenti nel periodo difficile del lockdown: «È stato un punto di riferimento per tutti, sempre disponibile e generoso, comprensivo delle difficoltà e degli sforzi altrui: con una carezza, una parola di conforto o complimento è in grado di cambiare la giornata. Lavorare con lui è un privilegio – concludono dallo staff della pasticceria – perciò, ieri abbiamo voluto salutarlo e condividere questo importante traguardo con gli amici».
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