Quella targa in mezzo al bosco di Cugliate Fabiasco dove da cento anni qualcuno porta un fiore

Pietro Gianantonio è morto nel 1924 in un incidente nel bosco quando è rimasto schiacciato sotto un carro di legna trainato da buoi. Da allora c'è qualcuno che si prende cura della sua targa commemorativa

Generica 2020

I nostri boschi custodiscono storie, testimonianze e piccoli gesti che fanno emozionare. È senza dubbio il caso di un’antica targa commemorativa apposta nel bosco quasi cento anni fa in ricordo di un uomo scomparso. Una targa che tutt’oggi può contare su un piccolo gesto di rispetto che si rinnova di continuo con un mazzo di fiori sempre nuovo e qualcuno che se ne prende cura.

Pietro Gianantonio è morto nel 1924 in un incidente nel bosco. Rimase schiacciato sotto un carro di legna trainato da buoi. Da quanto si sa non era un uomo importante o conosciuto ma un onesto cugliatese che faceva il suo duro lavoro su e giù dalle mulattiere tra Cugliate Fabiasco e il monte Sette Termini.

Dopo la tragedia, per ricordarlo, venne apposta una targa in ferro con il suo nome e la data della sua scomparsa.

Fin qui nulla di strano ma c’è un particolare che non è sfuggito ad un lettore che ce lo ha segnalato: “Sono 40 anni che ogni tanto passeggiando passo qui davanti – ci racconta -. In ogni stagione questo ceppo commemorativo non è mai spoglio. È vero…anche se la targa è degradata e le decorazioni sono artificiali, qualcuno lo cura perchè non ci sono ragnatele e tutto è pulito. Chissà che storia c’è dietro!”.

Ebbene, dietro questa storia c’è un piccolo gesto di rispetto che viene portato avanti di generazione in generazione. Un gesto banale ma proprio per questo ancora più emozionante.

Ad occuparsi di quella targa è il signor Raffaele Bossi di Cugliate Fabiasco, figlio di una Gianantonio che era cugina proprio dell’uomo morto nel 1924 nel bosco. «Non so molto di più su chi fosse quella persona – ci racconta il signor Bossi – ma credo sia giusto e rispettoso fare memoria. Per questo tutte le volte che vado a caccia o passo da quella strada nel bosco con mia moglie ripulisco la targa e gli porto dei fiori o un lumino. Lo faceva sempre la mia mamma e ora lo faccio io. E non è l’unica, con altre persone abbiamo anche sistemato una croce che sulla strada per Ardena ricorda una donna uccisa agli inizi del ‘900. Nessuno dovrebbe essere dimenticato».

Un piccolo gesto che merita di essere imitato da tutte le persone che frequentano i nostri boschi.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Giugno 2021
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