Fugge all’estero con la bimba, condannata per sottrazione di minore
Il padre, cittadino cassanese, è parte civile nel processo. La coppia all'epoca dei fatti viveva in provincia di Perugia: a distanza di tredici anni il tribunale del capoluogo umbro si è espresso sulla vicenda

Una mattina ha preso la bimba e, invece di accompagnarla a scuola, l’ha portata all’altro capo del mondo – in Sudamerica – sottraendola al padre, un uomo originario e residente a Cassano Magnago.
La madre – una donna di nazionalità venezuelana – è stata condannata al tribunale di Perugia per il reato di sottrazione di minore, perché i fatti si sono svolti nel territorio di competenza della procura del capoluogo umbro.
La vicenda risale al 2009. La coppia viveva allora a Città di Castello, nella valle del Tevere, appunto in provincia di Perugia. La bimba aveva allora sei anni: il padre un giorno si era presentato all’uscita da scuola per riportarla a casa, ma aveva scoperto che la bambina non c’era. Mamma e figlia si erano imbarcate infatti per il Venezuela.
La donna aveva così sottratto la minore “alla cura e frequentazione” del padre “senza comunicazione di sorta”: questa l’accusa per cui è finita appunto a processo a Perugia.
La donna si era trasferita poi nelle Antille Olandesi (oggi parte dei Paesi Bassi) e il padre era rimasto per anni senza contatti con la bimba, salvo una telefonata.
A tredici anni dai fatti la donna – difesa dall’avvocato perugino Ilario Taddei e dal collega Gianluca Colonni, di Città di Castello – è stata condannata ad 8 mesi di reclusione, con pena sospesa.
Al processo penale si è costituito anche, come parte civile, il padre della bimba. Assistito dal suo legale, l’avvocato di Gallarate Sergio Zaro, chiesto 150mila euro di danni ed una provvisionale di 50mila euro.
Nel processo penale il giudice ha rigettato la richiesta di provvisionale e il risarcimento danni dovrà essere liquidato in sede civile.
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ok tutto, ma l’unica cosa che realmente conta è: il padre ha potuto rivedere sua figlia, ormai adulta?