La Regione celebra Lydia Gelmi Cattaneo, primo nome italiano iscritto tra i giusti dello Yad Vashem: “Era bergamasca”

Primo nome italiano iscritto tra i Giusti delle nazioni allo Yad Vashem di Gerusalemme nel lontano 1974. La Regione l'ha celebrata con una piece teatrale all'auditorium Gaber

Generica 2020

Non molti sanno che il primo nome italiano iscritto tra i Giusti delle nazioni allo Yad Vashem di Gerusalemme nel lontano 1974 è un nome di donna, una lombarda, una bergamasca. Si chiamava Lydia Gelmi Cattaneo, nata a Presezzo nel 1902 e morta a Bergamo nella residenza di Valverde nel 1994.

Una personalità poliedrica e straordinaria che meriterebbe sicuramente maggior fama. Decoratrice e miniaturista di altissimo livello, coltivava interessi culturali e sociali inusuali per una donna tra le due guerre mondiali. Fu amica d’infanzia di Papa Roncalli e con lui scambiò una fitta corrispondenza durata fino a quando il Papa Buono morì nel 1963. Animata da una profonda fede cristiana, Lydia spese fin dalla giovinezza tempo e danaro per aiutare i poveri, gli emarginati, le classi sociali più disagiate. Nel 1938, alla promulgazione delle leggi razziali, vi si oppose pubblicamente con coraggio e durezza e quando nel 1943 cominciò la persecuzione vera e propria non esitò a mettere a repentaglio la propria vita aiutando decine di ebrei (52 per l’esattezza) a espatriare in Svizzera, ospitandoli nelle sue residenze, fornendo loro documenti falsi, cibo, assistenza sanitaria. Così fece anche con la giovane Irene Weiss, da lei ospitata per oltre un anno perché si era rotta una gamba poco prima della prevista fuga.

Da questa circostanza prende spunto il lavoro teatrale messo in scena oggi dal Teatro degli Incamminati nell’Auditorium Gaber di Palazzo Pirelli. Sala gremita, nel rispetto delle regole Covid, di molti studenti delle classi medie dell’Istituto Comprensivo Luigi Galvani di Milano accompagnati dai loro insegnanti e dalla Dirigente Scolastica Anna La Rocca. Nell’accogliere i giovani spettatori, il Consigliere segretario dell’Ufficio di Presidenza Giovanni Malanchini ha sottolineato la straordinaria attualità della figura di Lydia Gelmi Cattaneo.
“Lydia – ha detto Malanchini – non è stata una bergamasca qualunque, per quanto eccezionale ed eclettica in numerosi campi. E’ stata invece e soprattutto la prima donna bergamasca insignita del titolo di ‘Giusta tra le Nazioni’ per la sua instancabile opera a favore di ogni perseguitato. La sua vita avventurosa e il suo impegno sono un messaggio molto forte, che in questi giorni è tornato quanto mai d’attualità e che deve essere di esempio a tutti noi”.

La pièce teatrale “Lydia tra le Nazioni”, un progetto di Chiara Bettinelli, testi di Mara Perbellini, interpretata da Angela Demattè e Maria Laura Palmeri per la regia di Paolo Bignamini, approfondisce il tema del rapporto tra giustizia e misericordia. Alla fine della guerra Lydia dialoga con la rifugiata ebrea Irene da lei nascosta in casa per lunghi mesi sull’opportunità di salvare i fascisti e nazisti che si erano resi colpevoli di atrocità. La giovane Irene si convincerà della scelta per la vita di Lydia e testimonierà in suo favore nell’indagine avviata nei suoi confronti. Ricorre nella sua accorata perorazione finale la frase del Talmud “Chi salva una sola vita salva il mondo intero” specificando che il detto vale per qualsiasi vita umana, anche quella dei colpevoli, dei reprobi, degli sconfitti della storia.

Il Teatro degli Incamminati è forse la più importante compagnia teatrale di giro italiana. Nata nel 1983 su impulso di Giovanni Testori, si avvalse fin dall’inizio delle innovative regie di Emanuele Banterle, prematuramente scomparso, e delle straordinarie interpretazioni attoriali di Franco Branciaroli. Al loro seguito è cresciuta una stirpe di giovani e valenti interpreti che continuano l’opera voluta dal grande scrittore e drammaturgo di Novate Milanese scomparso nel 1993. Oggi il direttore artistico della compagnia è lo scrittore e poeta milanese Luca Doninelli.

Al termine della performance teatrale, è intervenuto Francesco Cataluccio, responsabile editoriale di Gariwo, la foresta dei giusti onlus che promuove la realizzazione dei giardini dei giusti e rappresenta in Italia il Memoriale della Shoa di Gerusalemme. Cataluccio ha delineato la figura del “giusto”: non un santo o un eroe ma una persona normale capace di mettersi in gioco e di superare l’indifferenza per il dolore e l’ingiustizia. Cataluccio ha illustrato le iniziative che si terranno in questi giorni in tutta Italia in occasione della Giornata in memoria dei giusti dell’umanità istituita con legge dello Stato il 7 dicembre 2017.

Alla celebrazione milanese prevista per domani 3 marzo parteciperà il Consiglio regionale della Lombardia rappresentato per l’occasione dal Vice Presidente Carlo Borghetti. Alla data del 31 dicembre 2020 erano 27712 i giusti riconosciuti dall’apposito comitato istituito nel 1966 presso lo Yad Vashem, di cui 734 italiani.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Marzo 2022
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