Quei pizzicotti sospetti del prof di Luino alle studentesse: il processo dei “non ricordo”

Prosegue il procedimento penale a carico dell’ex docente dell’Isis Carlo Volontè accusato di abusi sessuali

tribunale varese

Al processo che vede imputato un professore di Luino accusato di molestie nei riguardi di alcune studentesse ha parlato oggi anche un ispettore della “Fasce deboli” della squadra Mobile di Varese che operò su delega della procura in seguito alle denunce delle alunne (7 in tutto le persone offese).

Il dibattimento riguarda il processo nato dopo una denuncia presentata ai carabinieri dal dirigente scolastico di quel periodo – primavera 2018 – dopo che il preside aveva raccolto le segnalazioni di alcune studentesse di due sezioni di terza, per alcuni atteggiamenti ascritti al prof.

“Le perquisizioni a carico dell’insegnante diedero esito negativo”, ha detto in aula l’ispettore interrogato dalle parti. Nel corso dell’udienza sono stati sentiti anche studenti di quel periodo che hanno riferito di “comportamenti non molto professionali”. Quali?, ha chiesto il pubblico ministero Lorenzo Dalla Palma. “Durante l’interrogaIone il prof dava pizzicotti sulle gambe delle alunne e appoggiava le mani sulle cosce delle ragazze, ma non ricordo bene”, ha risposto un teste in aula – ex rappresentante di classe – dove è stato ricostruito il clima di quell’anno scolastico con toni a tratti anche goliardici fatti di pacche simulate ai genitali maschili di uno dei testimoni, e di domande inopportune rivolte dal professore ad alcune studentesse che dovevano recarsi al bagno: “Chiedeva loro se avessero il ciclo, ma non ricordo in maniera distinta”.

I “non ricordo” dei testimoni del processo e di alcune delle persone offese furono un leit motiv anche della precedente udienza, un particolare non da poco ricordato al collegio presieduto dal giudice Andrea Crema dall’avvocato Andrea Prestinoni, difensore dell’imputato. Di quei fatti – delle presunte molestie – venne redatta una lettera inviata al dirigente scolastico anche se su quel punto il rappresentante di classe non è stato in grado di dare una versione univoca.

Sullo sfondo del processo ci sono anche intercettazioni seguite alle indagini della polizia che hanno ripreso parti di conversazione fra i ragazzi che denunciarono i presunti abusi a cui si faceva riferimento al fatto che “oramai il sasso è stato lanciato”: a cosa si riferivano? Erano enfatizzazioni? O qualcuno voleva farla pagare al professore? Da quanto emerso nel processo, infatti, la denuncia delle molestie a sfondo sessuale arriva dopo l’annullamento di un compito in classe seguito alla sottrazione dalla borsa del prof delle tracce della prova. Il professore propose ad alcune delle studentesse di uscire a mangiare una pizza, come ha raccontato una testimone, ex studentessa di quarta dell’Isis Carlo Volontè di Luino, “ma non ci siamo andate, non ci fidavamo della situazione”, ha risposto la ragazza.

Il prof, come nella passata udienza, ha reso spontanee dichiarazioni (si è anche emozionato: “Sono quattro anni che aspetto questo momento”) per escludere ogni addebito, e rispondendo anche all’episodio della pizza offerta alle ragazze: “Era frutto di una scommessa, un modo di dire come ‘scommettiamo una pizza’. Non avrei mai invitato a cena delle mie studentesse, sarei stato un pazzo”. Prossima udienza 7 aprile.

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Pubblicato il 17 Marzo 2022
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