Reddito di cittadinanza, a Casciago lavoro e opportunità sono una realtà
C'è chi ha trovato un lavoro in mensa o in un'impresa di giardinaggio e chi è stato cancellato dalle liste perché non ha risposto alle convocazioni: in due anni si è passati da 17 a 4 percettori, tuttora all'opera in servizi di pubblica utilità in paese

Formare, dare opportunità e restituire dignità a chi non ha un lavoro e percepisce il reddito di cittadinanza. Le scelte del Comune di Casciago funzionano e danno risultati.
Quando è stato introdotto il provvedimento con decreto-legge 28 gennaio 2019 le richieste per il sostegno economico erano 17, poi scese a 11 fino ad arrivare nell’aprile 2022 a 4 unità.
Il reddito di cittadinanza è la misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale che i cittadini possono richiedere dal 6 marzo 2019.
Si tratta di un sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari associato ad un percorso di reinserimento lavorativo e di inclusione sociale, di cui i beneficiari sono protagonisti sottoscrivendo un Patto per il lavoro o un Patto per l’inclusione sociale.
Se spesso le politiche di reinserimento e inclusione sociale non funzionano, creando polemiche e alimentando dubbi sull’impostazione stessa del provvedimento, a Casciago invece l’amministrazione comunale è riuscita da un lato a dare prospettive ai percettori di reddito di cittadinanza, dall’altro a cancellare dalle liste chi ha dimostrato di non volersi mettere in gioco.
«Abbiamo elaborato un piano di utilità comunale, offrendo a tutti i beneficiari percorsi di formazione e crescita per essere reinseriti nel mondo del lavoro e per aiutare la comunità – spiega il primo cittadino casciaghese Mirko Reto -. Haccp, corsi per imparare a lavorare in biblioteca, formazione sui prodotti di pulizia e assistenza in mensa. Il successo maggiore è aver visto due persone che hanno seguito i nostri corsi e svolto lavori di pubblica utilità per il Comune trovare lavoro in aziende del Varesotto: una signora è stata assunta in una mensa, un ragazzo in un’impresa di giardinaggio. Al momento nel nostro territorio ci sono 4 persone che percepiscono il reddito di cittadinanza: tre svolgono lavori utili come assistenza a mensa, supporto in biblioteca, pulizia del territorio e della palestra. C’è anche chi non gode più del beneficio, ma continua a fare quello che faceva prima, tagliando le aiuole e dando una mano con le manutenzioni, un bel segnale anche questo».
L’altro lato della medaglia è rappresentata da chi, pur se chiamato a fare colloqui o corsi, non risponde, dimostrando di non avere intenzione di partecipare al percorso previsto dal provvedimento: «Abbiamo fatto quello che dovrebbero fare tutti – commenta Reto -. Se da un lato abbiamo messo in campo azioni per favorire la formazione e il reinserimento, dall’altro abbiamo escluso dalle liste chi non si è messo a disposizione, non ha risposto alle convocazioni e ha dimostrato di “fregarsene”. Se tutti facessero come facciamo noi, si potrebbero risparmiare denari pubblici e al contempo aiutare chi davvero ha bisogno di una mano per ricominciare, dando dignità e attenzione alle persone e alla comunità».
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