La pasticceria Gnocchi di Gallarate perde la causa civile contro il Comune
Una lunghissima querelle giudiziaria si trascina dai tempi del lockdown. Ora la storica attività commerciale è condannata al pagamento delle spese processuali

Una vicenda lunghissima partita dalla volontà da parte di una pasticceria multata durante il periodo del lockdown di non voler “lasciare correre” una sanzione amministrativa comminata dal Comune (e poi annullata) per aver tenuto aperto.
Un iter che, seguendo i tempi della giustizia civile giunge al dunque che vede l’attore “soccombente” dinanzi al giudice del tribunale di Busto Arsizio.
Il caso è piuttosto strutturato ma abbastanza semplice e si può riassumere con un primo accesso nella pasticceria di Cajello della polizia locale di Gallarate nell’aprile 2020 con una contestazione amministrativa, poi annullata dalla Prefettura e la successiva richiesta di negoziazione civile assistita dinanzi alle toghe poi sfociata in un vero e proprio procedimento civile dove il convenuto – chiamato cioè in causa – era il Comune (QUI TUTTA LA VICENDA)
Da qui, dopo una serie di rinvii si è arrivati alla sentenza col giudice che sostiene la legittimità del provvedimento comunale ovvero che la pasticceria non fosse legittimata a proseguire l’attività secondaria di vendita al dettaglio (durante il lockdown). Quindi la giustizia civile ha riconosciuto la piena legittimità della contestazione, da parte del Comune, della violazione nonché dell’ordinanza dirigenziale di sospensione dell’attività. L’attività è stata condannata a pagare le spese processuali al Comune.
“Una sentenza profondamente ingiusta”
«Ritengo sia una sentenza profondamente ingiusta», commenta il legale della pasticceria, Riccardo Garavaglia, « le cui motivazioni sono in espresso contrasto con l’ordinanza prefettizia che come noto aveva annullato la sanzione emessa dal comune ritenendo la legittimità dell’apertura della pasticceria». L’oggetto della causa era legato all’accertamento della responsabilità colposa del comune che aveva emanato la sanzione, «in quanto in quel momento era in possesso di tutti gli elementi per valutare la legittimità dell’apertura, ma nonostante ciò aveva ugualmente sanzionato la pasticceria. Sanzione poi ribadisco annullata dal prefetto. Valuterò con la mia assistita la proposizione dell’appello».
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