Nel Parco del Ticino nascono i jeans a impatto zero

Il lavoro del futuro passa anche attraverso la sostenibilità: quella delle materie prime ma anche dei processi produttivi. E così uno dei prodotti più impattanti della moda diventa "green"

Quando si parla di processi produttivi aziendali è diventato imprescindibile parlare di sostenibilità. La ricerca della sostenibilità è diventata ormai il focus di molte imprese che vogliono aderire al filone comune secondo cui essere sostenibili significa soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri.
Un caso di azienda “made in Italy” impegnata nel perseguimento della sostenibilità è sicuramente la Candiani Denim, nata nel 1938 a Robecchetto con Induno e operante nel settore del denim.

PRODURRE ALL’INTERNO DI UN PARCO NATURALE

Paolo Vannucchi, ceo di Blue collars, spiega l’origine dell’idea di sostenibilità partendo dalla centralità che assume il territorio nell’attività produttiva. L’azienda infatti è incastonata nel parco del Ticino che, trattandosi di una riserva naturale, imponeva con le sue regole restrittive un percorso di sviluppo sostenibile. Inizialmente questa situazione ha determinato uno svantaggio competitivo poiché gli altri produttori di denim non sottostavano alle stesse restrizioni e il rispetto delle stesse comportava migliorie realizzabili attraverso investimenti che aggravavano i costi.
Quello che però poteva rappresentare uno svantaggio nel corso del tempo si è convertito in un punto di forza, poiché le restrizioni hanno insegnato a lavorare in maniera efficiente, aspetto indispensabile per essere sostenibili in quanto il principio industriale che l’azienda persegue è quello secondo il quale non si può produrre scarto, e di riutilizzarlo qualora dovesse essere prodotto.

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foto tratta dal sito ufficiale di Candiani Denim spa

OBBIETTIVO IMPATTO AMBIENTALE ZERO

«Rispetto alle grandi quantità di prodotti chimici, fibre, acqua e scarti consumati nella produzione di Denim-  spiega Paolo Vannucchi – la mission era cambiare le regole del gioco cercando di portare la soglia dell’impatto sull’ambiente il più possibile vicina allo zero. Se rappresentassimo sulla linea del tempo l’impegno portato avanti nel corso degli anni potremmo evidenziare come negli anni duemila l’impatto sia stato neutralizzato, per poi arrivare ai giorni d’oggi in cui è stato addirittura reso positivo».

LE QUATTRO LEVE UTILIZZATE

L’approccio sostenibile della Candiani si articola su quattro leve principali: il territorio, gli ingredienti utilizzati, le tecnologie e il centro sviluppo. Le limitazioni del territorio hanno permesso di adottare principi finalizzati alla riduzione, al riutilizzo e riciclo delle materie prime utilizzate in fase di produzione. Per quanto riguarda gli ingredienti utilizzati occorre porre in rilievo l’utilizzo del cotone BCI (certificazione della creazione di prodotti tessili attraverso cotone sostenibili), l’eliminazione dei pesticidi e il basso impatto di fibre artificiali. Da sottolineare anche l’impegno dedicato alla riduzione dello spreco: il 50% del materiale riciclato viene destinato alla produzione di nuovi jeans, mentre il restante 50% per i pannelli di isolamento delle abitazioni. L’attenzione al contenimento degli sprechi ha portato allo sviluppo di due tecnologie per risparmiare acqua, ovvero la n-denim e la indigo-juice. La combinazione di questi quattro elementi consente il risparmio di circa 3.114.899 kwh, di 1856 tonnellate di chimici e permette di eliminare 2000 tonnellate di co2.

Tra i prodotti che si contraddistinguono nella proposta di sostenibilità dell’azienda, una particolare menzione merita “Coreva”, ovvero il brevetto Candiani che sta rivoluzionando l’industria del denim, trattandosi del primo tessuto denim stretch 100% biodegradabile e compostabile al mondo. Si tratta di una tecnologia che utilizza filati elastici ottenuti dalla gomma naturale al posto dei filati sintetici, portando avanti l’idea di circolarità secondo cui le materie prime diventano tessuto, che una volta arrivato al suo fine vita può tornare alla natura senza impattare sull’ecosistema, trasformandosi in compost in meno di 6 mesi e fungendo da fertilizzante per le materie prime.

IL LAVORO CONTRIBUISCE ALLA SOSTENIBILITÀ

Tra le sfide per il futuro della Candiani Denim c’è sicuramente la trasmissione di questi valori al consumatore finale con la creazione della Open Mill Day, ovvero un appuntamento annuale su invito con lo scopo di sensibilizzare le persone al tema della sostenibilità, presentando le tecniche utilizzate nei processi e mostrando come queste portino a ridurre in termini reali i problemi legati a consumi e scarti, e a un maggior coinvolgimento dei propri dipendenti nel processo di innovazione sostenibile del prodotto.
Essere consapevoli del fatto che il prodotto su cui stanno lavorando è sempre stato migliorato nel tempo, può essere uno stimolo a fare sempre meglio e ad apprezzare quanto è stato fatto.

IL LAVORO DEL FUTURO

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Pubblicato il 20 Giugno 2022
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