La ricetta del Pronto soccorso di Varese non è perfetta: l’attesa di un letto rimane “indefinita”
Dopo l'intervista al direttore sanitario dell'Asst Sette Laghi sulle strategie messe in atto per migliorare il ricovero dei pazienti, alcuni lettori raccontano esperienze ancora problematiche

Tempi d’attesa ridotti in pronto soccorso. L’intervista al direttore sanitario dell’asse Sette Laghi in merito ai miglioramenti apportati per la presa in carico dei pazienti, in tempi di poco superiore a quelli richiesti dall’autorità di controllo, ha sollevato qualche perplessità nei lettori che hanno scritto alla nostra redazione per raccontare le proprie esperienze. Si contestano i risultati ottenuti perché la realtà della barellaia dice un’altra cosa. Riportiamo due delle testimonianze raccolte ricordando, però, che la bacchetta magica per risolvere un problema così importante e diffuso non esiste. Ogni giorno dal PS di Varese transitano tra le 150 e le 180 persone che hanno bisogno cure diverse e di gravità differente.
L’unico cambiamento possibile arriverà quando si amplierà l’offerta di assistenza sul territorio, aumentando le strutture dedicate alla riabilitazione, alla lungodegenza e alle cure intermedie.
Insomma, quando si aumenteranno i posti letto. (A.T.)
“Buongiorno, ho letto l’articolo, in cui si parlava del modello di lavoro della ASST Sette Laghi, dove i dati presentati danno per migliorati i tempi di attesa per un letto in reparto.
Vi porto la mia diretta esperienza dove affermo per esperienza personale e testimonianza, che le cose non stanno come vengono dette ma è tutt’altro!
Arrivavo con problemi di febbre alta, tosse e fatica nella respirazione, dopo aver fatto 5 tamponi risultati tutti negativi, portato al Ps tramite autolettiga il giorno 31.08 alla mattina. Lasciato parcheggiato su una brandina, con primi valori presi e Tachipirina in vena, alla vista di tutti dietro allo sportello dell’accettazione, senza nessuno schermo, di fronte a chiunque, io e altri.
Venivo finalmente visto dopo quasi 12 ore da un medico. Riconosco che quel giorno ne ho viste passare di tutti i colori, e comprendo le emergenze, cosi come riconosco che purtroppo vi è un abuso da parte dell’utenza verso il Ps, ma qualcosa non funziona proprio li dentro di base. Pazienza ancora, mi interessa stare meglio e ho visto davvero situazioni critiche quel giorno… Vengo trattenuto la notte, in attesa di fare altri esami e vedere un pneumologo.
Fatti gli esami, arrivano in quattro insieme a vedermi e decidono che devo essere assolutamente ricoverato. Mi dicono che presto avrei avuto un letto.
Dopo altre 24 ore, abbandonato su una brandina in corridoio, io come molti altri, “nel nuovo reparto cure del ps”, mi vengono fatti altri esami e nel frattempo iniziano le cure, perché non sanno cosa ha scatenato ciò che ho avuto, e nel frattempo il letto è scomparso, non c’è più…
Il nuovo reparto del Ps si divide in tre sale, non ti dicono se non chiedi di che sala sei, e se aspetti un letto sei in un limbo dove pare non appartieni a nessuna sala. Mi farebbe piacere capire il meccanismo, sia mai che mi ci debba ritrovare! ( oddio spero di no e a nessuno lo auguro mai).
Ho chiesto un cuscino: dato che il mio letto è una barella da ormai due giorni e soffro di reflusso gastrico, mi viene risposto che non ci sono cuscini….qualcuno stizzito risponde che non è un albergo. Pace a casa ne ho, l’ho fatto portare da mia moglie. (E porta pazienza…le forze per arrabbiarmi le tenevo per me….) fino a quel momento il cuscino era stato fatto con le mie lenzuola precedenti sudate e non più di rosee caratteristiche che mi sono tenuto dopo averne chieste di fresche.
Si fa di necessità virtù, o si è costretti….
……
Continuano le visite e le cure, e continua la mia permanenza in corridoio, dove mi pare di aver compreso che ti sfrecciavano accanto barelle e operatori con la tuta a poche decine di cm, suppongo dai commenti degli operatori che sono barelle covid e, resto ancora alla mercé da giorni di cambi repentini di temperature in corridoio, dato che ero tra due varchi, di cui uno che va direttamente sull’ingresso principale del nuovo ospedale. Sempre in attesa di un posto letto pare a Luino ora. Continuano con le cure (bhè almeno quello…riconosco che non sono mancate) senza che nessuno stabilisca cosa ha causato tutto e cosa di preciso ho.
Alla richiesta di parlare con un medico, mi viene detto che il posto letto a Luino non c’è più, chiedo di risolvere la cosa, mi viene chiesto se voglio andare a casa, mi viene chiesto di firmare sotto la mia responsabilità. Rispondo che voglio esser curato come merito, come tutti le tasse le pago, quindi ho diritto ad una cura adeguata, e non mi prendo io la responsabilità di andare a casa firmando, se sono loro a volersi liberare di una barella.
……
A conclusione senza addentrarmi troppo, io sono stato dopo lamentele, spostato dal corridoio ad una saletta insieme ad altri pazienti, il sabato 03.09, dopo 4 giorni, e poi dimesso la domenica 04.09.2022, in quanto il posto letto non poteva essere disponibile, in nessun presidio, dopo 5 giorni di permanenza in Ps, nelle varie situazioni. E come me tanti…. altro che 28 ore tempo massimo!!
Mi veniva detto che forse sarebbe stato meglio che mi curassi a casa, (grazie tante, il letto non lo hai..) quindi spedito con verbale di uscita con ricette rosse, con accertamenti che devo fare e altra visita pneuologica con ricetta “prima visita” per cui con un pneumologo che avrebbe dovuto iniziare tutto da capo,e a mia cura per trovare appuntamenti, con le priorità mi dicono inserite in ricetta, vedrà in pochissimo tempo afffermano a me e mia moglie presente.
Mi dimettono non conoscendo la causa…….
Torno a casa, e cerco di prendere gli appuntamenti con le ricette a cui mi dicono di aver messo le priorità… ovvero entro i 60 giorni( alla faccia del pochissimo tempo dichiarato!) e per accertamenti e visite che avrei fatto se fossi stato ricoverato in ben altri tempi.
Mi collego al fascicolo sanitario, trovo in tempo utile delle disponibilità: peccato che le ricette rosse, se non inserite contestualmente dal medico che le ha emesse nel mio fascicolo sanitario, non consentono prenotazione online.
Bene telefono alla mano a mia moglie (io ancora oggi in data 15.09 sono ancora con gli stessi sintomi ma senza febbre, dal 31.08) e dall’operatore al telefono agganciando le date trovate, ci viene spiegato che quelle date che vediamo, in realtà per noi non sono disponibili, in quanto con le ricette rosse, la priorità e l’assegnazione viene data dal quesito che in medico indica. per cui anche se ho trovato delle disponibilità non inseriscono la mia ricetta e mi mettono giù.
Nuova telefonata (con attese bibliche) per cercare da operatore le date disponibili: risultato tutte le agende di Varese, Busto, Gallarate e Como sono bloccate e le prime date utili sono per maggio 2023! questo alla faccia delle priorità in ricetta e dei tempi dichiarati rapidi, ma se ero ricoverato io gli esami gli avrei già fatti…quindi cosa ci dicono? Balle per scaricare i pazienti?
Scelgo di fare gli esami in forma privata, a Milano dove trovo disponibilità, con costi indicativi di 450\500 euro a mio carico. Che devo fare? Accetto, sono io che sto male e ne voglio venire a capo! Perfetto cosi la sanità la pago due volte. Dato che sono costretto a questa strada farò un esposto al tribunale dei malati e chiederò rimborso per esami e visite in cui le strutture con le agende bloccate non assicurano i tempi….ma questa sarà un altra storia!
La verità è: Quindi di quale modello si parla? Infermieri che erano presenti in Ps dicevano che anni fa i posti letto erano molti più, quasi il doppio, ma che per i tagli ai fondi, progressivamente sono spariti.
Oggi leggo del Bed Manager: ma serve davvero ancora buttare via i nostri soldi per burocrati troppo pagati sicuramente, al posto di incrementare i posti letto?
Per migliorare i flussi servono letti in più, dopo i tagli di questi ultimi anni, a favore di minor costi, e a favore di cliniche e soggetti privati: questo lo ricorderò bene il 25, quando andrò a votare, dato che la memoria mi funziona ancora su chi ha fatto questo scempio, ed è la stessa parte politica che oggi ritiene che allo sport debbano andare più fondi e che la sanità ne ha troppi!! (assurdo).
Mi farebbe piacere che i dirigenti ospedalieri, scendessero a confrontarsi con gli utenti, con la gente normale, che ascoltassero e dessero risposte alle persone tutte, indistintamente, magari rimboccandosi le maniche e smettendo panni del burocrate.
Con la speranza che davvero il modello ASST Sette laghi, NON sia di esempio perché quello che si racconta è ben diverso dalla realtà e con la speranza prima o poi con concretezza di essere personalmente smentito.
Cordiali saluti.
Lettera firmata.
Buonasera,
In riferimento all’articolo da lei firmato, mi domando e mi preoccupo per l’attendibilità di notizie tanto delicate come quelle riguardanti i noti problemi dei pronto soccorso. Sono un assiduo lettore di Varesenews e mi rincresce contraddirla ma da esperienza recentissima posso assicurare che i tempi d’attesa per un posto letto sono ben diversi….
“Oserei purtroppo dire indefiniti” se guardo a quanto accaduto a persona vicina recentissimamente. Dico questo perché non credo sia accettabile entrare in PS nella serata di sabato con forti dolori, stanziare in corsia fino al martedì pomeriggio in attesa di un posto letto in un reparto a quanto pare raro ed introvabile . Problema poi risolto per esasperazione, con richiesta di dimissione volontaria per cercare aiuto in ospedale diverso. So bene con quante difficoltà si trovano ad operare medici e tutto il personale ed ho per tutti loro il massimo rispetto.
Sono altresì convinto che si debba prima rivedere con massima obbiettività ed urgenza l’organizzazione di tutto il sistema nel rispetto della persona-paziente. Il tempo per elogiare e prendere come esempio il nostro ospedale magari può attendere ….
Sicuramente il mio giudizio potrebbe essere condizionato da questa esperienza molto negativa .
Ho volutamente omesso importanti dettagli per non dilungarmi , consapevole che avrebbero descritto un quadro della situazione ancora più grave e negativo.
Grazie per l’attenzione,
Maurizio
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