Al via il processo per l’omicidio di Carol Maltesi, la difesa chiede la perizia psichiatrica per Fontana

Depositata una consulenza dalla quale sono emersi «tratti personologici patologici di tipo ossessivo, narcisistico e dipendente che possono indicare un disturbo di personalità» per l'assassino di Carol Maltesi

Al via lunedì 24 ottobre davanti alla Corte d’Assise di Busto Arsizio presieduta dal giudice Giuseppe Fazio (a latere Rossella Ferrazzi) il processo per l’omicidio di Carol Maltesila 26enne italo-olandese uccisa e fatta a pezzi a Rescaldina dal vicino di casa Davide Fontana, chiamato a rispondere di omicidio aggravato, distruzione e occultamento di cadavere. Processo che, nonostante la richiesta del legale del figlio della vittima a cui si è associata anche la difesa dell’imputato verrà celebrato a porte aperte per decisione della corte.

La difesa di Fontana ha chiesto alla Corte d’Assise di disporre una perizia sull’imputato finalizzata ad accertare la capacità di intendere e di volere al momento del fatto ed eventuali altri aspetti psicologici che potrebbero aver influenzato le sue azioni, depositando anche una consulenza tecnica dalla quale sono emersi «tratti personologici patologici di tipo ossessivo, narcisistico e dipendente che possono indicare un disturbo di personalità». Sulla richiesta, alla quale si sono opposti i legali di parte civile per i quali al momento non ci sarebbero elementi che ne evidenzino la necessità, la corte deciderà nel prosieguo della fase istruttoria del processo.

omicidio carol maltesi

In aula è stato poi “vivisezionato” il rigetto da parte del Giudice dell’udienza preliminare Piera Bossi della richiesta di rito abbreviato presentata dal collegio difensivo di Fontana: richiesta riformulata anche durante la prima udienza del dibattimento dai legali del bancario, che hanno anche messo in dubbio la costituzionalità dell’impianto normativo rispetto alla pena dell’ergastolo sollecitando la Corte d’Assise a sollevare questione di costituzionalità. La difesa dell’imputato ha inoltre chiesto l’esclusione delle aggravanti della premeditazione, delle sevizie e degli abietti motivi, mettendo in discussione la legittimità costituzionale delle aggravanti ad effetto speciale, la cui contestazione comporta che per Fontana la pena in discussione sia l’ergastolo e non “solamente” la reclusione. Gli avvocati di Fontana, infine, hanno chiesto che l’uomo sia ammesso al giudizio abbreviato almeno per i capi di imputazione relativi alla distruzione e all’occultamento di cadavere.

Tutte richieste che hanno incontrato la ferma opposizione del pubblico ministero Carlo Alberto Lafiandra e dei difensori di parte civile: «Si è parlato di morte civile per la persona che ha commesso il fatto – ha commentato a margine dell’udienza l’avvocato Manuela Scalise, che difende la madre di Carol Maltesi -, ma la morte civile è la disperazione di due genitori che non hanno più la figlia, trucidamente ammazzata: l’ergastolo è per loro». E che peraltro sono state “bocciate” dalla Corte d’Assise, che ha definito «suggestivi ma poco convincenti» gli argomenti della difesa.

Accolta invece l’istanza di dissequestro dei due appartamenti nella casa di corte di via Melzi dove vivevano la vittima e il suo assassino presentata dai proprietari: per la Corte i verbali di ispezione dei locali, la loro descrizione ad opera della Polizia giudiziaria e l’accurata documentazione fotografica rendono «superflua ogni ulteriore necessità di ispezione». In aula per la prima udienza anche il sindaco di Rescaldina Gilles Ielo, che nonostante il rigetto dell’istanza di costituzione di parte civile del comune ha voluto portare un segnale di vicinanza alla famiglia e agli amici della vittima.

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leda.mocchetti@legnanonews.com
Pubblicato il 24 Ottobre 2022
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