D’amore e letteratura, le lettere tra De Roberto e la sua amante segreta a Parola di Donna 2022

Il romanticismo ottocentesco dei sentimenti reciproci è emerso con grazia nelle parole di Ernesta Valle (Anna Teresa Rossini) e nelle righe di Mariano Rigillo (Federico De Roberto)

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«Il carteggio tra Federico De Roberto ed Ernesta Valle si compone di 800 lettere, noi ve ne abbiamo presentate 10, a voi leggere le altre 790»: è questo  l’intrigante invito di Mariano Rigillo, nel tardo pomeriggio di domenica 30 ottobre al Salone Estense, a conclusione dello spettacolo “Carteggio d’amore” che Sarah Muscarà ed Enzo Zappulla hanno tratto dalla loro pubblicazione
“Si dubita sempre delle cose più belle. Parole d’amore e di letteratura”, in cui hanno edito e curato il carteggio completo, e che la stessa Sarah Muscarà ha presentato all’inizio, un conversare che ha introdotto ma anche arricchito la drammaturgia:

Con l’efficace accompagnamento musicale di Enrico Salvato, Rigillo ha interpretato con eleganza lo scrittore siciliano de “I Vicerè”, insieme a Manzoni il più grande romanziere italiano dell’Ottocento secondo Leonardo Sciascia, mentre Anna Teresa Rossini è stata
un’appassionata, intensa e sofferta Ernesta Valle, la nobildonna milanese amante segreta di De Roberto – sposata e con un figlio – e tra le principali animatrici dei salotti letterari della Milano culturalmente effervescente ed economicamente esplosiva tra ‘800 e ‘900.

Il romanticismo ottocentesco dei sentimenti reciproci, emergeva con grazia e gioia nelle parole di Ernesta Valle (Anna Teresa Rossini) e con impeto focoso ed eroticamente carico, nelle righe di Mariano Rigillo (Federico De Roberto) sullo sfondo della puntuale e affettuosa descrizione di una Milano, testimone dei loro incontri amorosi.

De Roberto vi si recava profittando della collaborazione con il “Corriere della sera” di Luigi Albertini, che gli aveva consentito di sottrarsi all’ingombrante tutela materna: “una madre siciliana prima partorisce e poi divora i propri figli” ha richiamato Sarah Muscarà nella presentazione iniziale, citando il catanese Vitaliano Brancati. De Roberto si aspettava la stabilizzazione del rapporto di collaborazione col quotidiano milanese e le sue appendici letterarie, ed invece Albertini nominò il fratello alla direzione delle pagine letterarie ed il suocero Giuseppe Giacosa alla direzione della rivista collegata, relegando De Roberto alla collaborazione estemporanea con articoli sparsi pagati pochissimo, una condizione di precariato giornalistico e sfruttamento editoriale che continua ad essere di triste attualità e che nel carteggio è riportata con amara precisione.

Così l’ultima drammatica lettera dello spettacolo tra Renata – così De Roberto chiamava la Valle, perché era ri-nata a se stessa con lui – e il suo Federico denuncia la catastrofe di un rapporto di vero amore, condannato a morire per la distanza e le ristrettezze economiche che impedivano allo scrittore di stabilirsi a Milano relegandolo a Catania. Come richiamato dalla curatrice Muscarà nella presentazione, la distanza aveva generato il carteggio, miracolosamente giunto ai giorni nostri nella sua interezza di estensore e rispondente grazie all’espediente amoroso di De Roberto, che lasciava alcune pagine bianche in fondo alla propria lettera in modo che Ernesta vi scrivesse la risposta e gliela rimandasse. Ma alla fine la distanza produsse anche l’affievolimento progressivo e la fine della relazione e della corrispondenza amorosa.

Un pubblico sensibile e commosso ha tributato agli interpreti un calorosissimo applauso, a conferma della fama di grandi e convincenti attori, un duetto partecipe del travaglio esistenziale che han voluto e saputo rappresentare al meglio. Ottimo viatico per la parte finale della rassegna, che prosegue con il penultimo appuntamento venerdì 4 novembre alle 20.30 al Salone Estense con lo spettacolo “Cleopatra, Cesare e Antonio“, di e con Elena Ferrari, a ripercorrere tra amore e potere e con uno sguardo intimo una complessa vicenda al femminile, continuamente distorta nella narrazione storica dalla Roma antica ai giorni nostri, sia per la continua discriminazione di genere sia per il pregiudizio xenofobo verso la straniera. Con lo sguardo ironico ma profondo e oggettivo dell’ancella Carmiana, un passo in più nella prospettiva di “Parola di Donna” per il protagonismo femminile, oltre i pregiudizi di un’eredità storico-culturale da superare.

Per prenotazione scrivere a: paroladidonnavarese@gmail.com o telefonare al 338 2039505 dalle ore 16. Prevendita in
biglietteria dalle ore 9:30 giorno dello spettacolo.

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Pubblicato il 31 Ottobre 2022
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