Fermare l’emorragia di dipendenti comunali a Busto Arsizio si può, la ricetta del sindacato Csa
Il coordinatore provinciale Liguori e la delegata Maestri spiegano quali strumenti mettere in pratica dopo l'allarme lancianto dall'assessore Cislaghi: "Fondi incentivanti e un freno alla mobilità esterna"

«I dipendenti del Comune di Busto Arsizio sono scesi per la prima volta sotto quota 400 (398 per la precisione, nda) e questo è un segnale importante che forse sarebbe meglio cogliere per cambiare rotta. Incentivare i dipendenti a rimanere mettendo un freno alla mobilità è una strada ma è chiaro che il problema sono i soldi. Servono risorse e noi sappiamo dove trovarle»
Angelino Liguori, coordinatore provinciale del sindacato Csa, ed Elena Maestri, delegata sindacale del Comune di Busto Arsizio rispondono all’assessore al Personale Mario Cislaghi che nei giorni scorsi aveva fatto un punto della situazione riguardo alla pianta organica dell’amministrazione comunale.
«Siamo qui a parlare sempre degli stessi problemi. Quello del personale torna ogni anno ma come Csa vogliamo dare un contributo partendo dal fatto che le doti comuni non possono essere la risposta a questa carenza per quanto preziose e importanti. Partiamo dal fatto che non è vero che nella pubblica amministrazione non si possa assumere e non si possa aumentare la retribuzione. Ci sono i fondi incentivanti» – spiegano Maestri e Liguori.
Secondo i sindacalisti le assunzioni devono essere subordinate alla programmazione dei servizi: «La programmazione va fatta ad inizio anno, in base agli obiettivi. Vanno programmati anche i soldi che servono a sostenere questa scelta. Basta andare a vedere, settore per settore, nel bilancio dove vengono messi i soldi. Nessuno chiede di aumentare il costo del personale, basterebbe spostare verso i dipendenti una parte delle risorse che già ci sono».
I sindacati sottolineano la positività delle 49 assunzioni ma si chiedono «perché se ne sono andate sessanta?
Perché i dipendenti se ne vanno e chiedono la mobilità? Va fermata l’emorragia. Il comune di Busto ha un salario accessorio medio tra i più bassi» – spiegano.
Liguori è consapevole del fatto che non si può aumentare gli stipendi dal 2016 (sempre per la famosa vicenda della Corte dei Conti, ndr) ma chiede di razionalizzare i servizi. C’è la possibilità di recuperare soldi dai risparmi per i vari servizi. Anche dagli sponsor si possono ricavare una parte dei soldi che servono ad incentivare il personale a rimanere: «Qualche anno fa una dirigente lo ha fatto e ha recuperato 20 mila euro» – aggiunge l’ex-dipendente ormai in pensione.
Sul tema della mobilità (un fenomeno che a Busto è abbastanza sentito, nda) Liguori suggerisce l’utilizzo di alcuni strumenti previsti dal decreto legge 80: «Premetto che non ho nessuna intenzione di bloccare la mobilità e chiunque dica il contrario non ha capito. Se manca almeno il 20% del personale in un settore si può disincentivare la mobilità per giusta causa. Serve un regolamento perché vengano concesse con le giuste motivazioni. Dovremmo seguire l’esempio di Novara dove questo regolamento esiste».
Infine Liguori aggiunge la possibilità di valutare anche la mobilità interna: «A Busto abbiamo un regolamento unico in Italia che obbliga il segretario comunale a fare un interpello interno o di trovare un accordo tra dirigenti di uffici diversi».
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