I sindacati dei frontalieri chiedono un intervento urgente sul lavoro a distanza
La preoccupazione di Cgil Cisl Uil: "Gli Stati rinnovino l'accordo sul lavoro a distanza nell'interesse generale di lavoro ed impresa per i frontalieri italiani in Svizzera"
Cgil Cisl Uil con un documento firmato da Giuseppe Augurusa (Cgil), Luca Caretti (Cisl) e Pancrazio Raimondo (Uil) esprimono forte preoccupazione per la disdetta dell’accordo amichevole sul lavoro a distanza dei lavoratori frontalieri a far data dal 1° febbraio 2023. Quota parte degli 89.742 lavoratori frontalieri italiani (terzo trimestre 2022), che quotidianamente si recano a lavorare nella vicina Svizzera nei Cantoni di confine non potranno più disporre di una modalità che, nata nella fase più acuta della crisi pandemica, ha ridefinito stabilmente l’organizzazione del tempo di lavoro e di vita di molte imprese e molti lavoratori.
“In questo contesto – scrivono i sindacati – per ciò che riguarda l’imposizione fiscale, Italia e Svizzera nel giugno del 2020 hanno siglato un accordo amichevole sul telelavoro per regolarizzare tutti quei frontalieri che avrebbero svolto lavoro a distanza dal proprio domicilio. Il 22 luglio scorso poi, le autorità competenti hanno annunciato la proroga dell’applicazione dell’accordo amichevole. Nelle scorse settimane la decisione del Governo italiano di procedere alla disdetta con effetto 1° febbraio. Le conseguenze di un tale provvedimento, oltre ad avere immediati effetti diretti sull’organizzazione, determinerà che l’imposizione fiscale nel paese di residenza faccia venir meno lo status di frontaliere secondo le normative vigenti, con il conseguente incremento della tassazione sul salario, nonché produrrà un disallineamento con la normativa sugli oneri sociali per lavoratori ed imprese. In tale contesto infatti, l’Unione Europea ha, al contrario, prorogato fino al 30 giugno 2023 l’applicazione flessibile delle regole europee sulla legislazione applicabile in materia di assicurazioni sociali per i lavoratori frontalieri in telelavoro rispetto al superamento della soglia del 25% del tempo di lavoro effettuato a distanza.
Riteniamo sia urgente che i Governi aprano una celere discussione che permetta intervenire in maniera strutturale sul tema del lavoro a distanza garantendo una regolamentazione strutturale e, nel contingente, garantendo perlomeno una nuova proroga allineata alle disposizioni contributive”.
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