Il primo disco dei Led Zeppelin con un titolo
Ma, come il nome del gruppo, non appare in copertina
Il quinto album dei Led Zeppelin fu il primo ad avere un titolo vero e proprio, anche se, come il nome del gruppo, non appariva in copertina: strano che fosse quello di una canzone che poi fu scartata e finì in un disco successivo, quindi Houses of the holy non è su Houses of the holy!
Particolarità che non ci impediscono di dire subito che siamo davanti a un altro gran bel disco, che per qualche verso segna un cambio di direzione del gruppo, che non solo non è più quello dello scuro rock blues dei primi due, ma nemmeno quello così potente ed enfatico del quarto. Houses suona come un album rilassato, direi solare, di un gruppo che non deve dimostrare nulla e può suonare con grande facilità e confidenza. Questo non vuol dire che non ci siano grandi pezzi: The Rain Song, ad esempio, per me è uno dei più bei pezzi degli Zep in senso assoluto. Ma anche Over the hills e No quarter, mentre ovviamente c’è qualcosa di un po’ meno convincente come D’yer Maker – i Led Zeppelin che suonano reggae! – o la funkeggiante The Crunge. Ma anche questi due contribuiscono a dare un senso gioioso ad un disco che a distanza di decenni è sempre piacevole ascoltare.
Curiosità: negli anni ’80 girò voce che la bambina in copertina fosse la modella e cantante Samantha Fox, che nel frattempo era diventata famosa grazie al suo sorriso sulle terze pagine dei quotidiani popolari inglesi. In realtà si chiamava Samantha, ma non si trattava di lei.
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