Summit a Tradate contro lo spaccio nei boschi: lo Stato c’è, la soluzione no
Il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni ha incontrato in Comune i prefetti di Varese e Como, i vertici delle forze dell'ordine e gli amministratori del territorio per affrontare insieme l'annosa questione dello spaccio nei boschi del Tradatese
Dopo la mattinata nell’Alto Varesotto dove ha affrontato il problema dello spaccio nei boschi emerso in tutta la sua pericolosità dopo l’episodio di Castelveccana, il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni ha trascorso il pomeriggio nel Tradatese, per affrontare lo stesso problema, vera e propria emergenza sociale che da anni affligge tutta la zona boschiva che si estende tra la provincia di Varese e quella di Como.
Accompagnato dalle forze dell’ordine e dall’onorevole Stefano Candiani, Molteni ha potuto visitare alcuni dei luoghi dove il fenomeno è particolarmente presente in una zona, quella tutelata dal Parco Pineta, che conosce bene essendo comasco. Poi l’incontro in Comune a Tradate accolto dal sindaco Giuseppe Bascialla, con la presenza dei prefetti di Varese e Como, dei vertici di Carabinieri e Guardia di Finanza, del presidente della Provincia, del presidente del parco Pineta e di tutti i sindaci che fanno riferimento al Parco ma non solo.
«Questo fenomeno che si sta diffondendo in molte aree del Varesotto è un grosso problema per tutti noi sindaci e per le nostre comunità – ha detto Bascialla – L’incontro di oggi è importante perché ci fa sentire ascoltati».
«Quando i territori chiamano è nostro dovere rispondere, tanto più che sono comasco e conosco bene questa zona e il fenomeno dello spaccio nei boschi – ha risposto Molteni – E’ una giornata importante per me, perché il contatto diretto con gli amministratori locali permette di declinare sui territori quello che è un problema nazionale e che qui assume delle specificità, data la vicinanza con l’aeroporto di Malpensa, porta di ingresso di ingenti quantitativi di droga, e la prossimità con la Svizzera, da cui transitano sostanze stupefacenti ma anche consumatori di queste sostanze».
Molteni ha ribadito punto per punto quanto detto in mattinata a Luino: «Lo Stato c’è e ci sarà la massima attenzione, mia e dei colleghi Pellicini e Candiani, perché si adottino misure che possano arginare il fenomeno dello spaccio in generale, ma anche per rafforzare la presenza delle forze dell’ordine, già presenti e con importanti risultati sui territori ma che non non sono sufficienti per contrastare in alcune aree queste enclave di illegalità. E dobbiamo fare ogni sforzo per riappropriarci delle zone che sono in balia degli spacciatori».
Purtroppo più facile a dirsi che a farsi, come hanno testimoniato diversi interventi di amministratori locali, che da anni, in collaborazione con carabinieri, polizia e polizia locale cercano di arginare questo fenomeno.
«I cittadini devono tornare a vivere i boschi, perché solo così, con al presenza di famiglie, bambini e sportivi, gli spacciatori vengono disturbati e si allontanano», ha detto il sindaco di Appiano Gentile Fabrizio Rusconi, raccontando di aver investito, anche grazie a fondi di Regione Lombardia, 370mila euro per una nuova pista ciclabile, ma anche di aver mandato spesso la Polizia locale a dare multe ai clienti di prostitute e spacciatori parcheggiati ai lati della strada. Peccato che, per sua stessa ammissione, gli spacciatori cacciati da Appiano Gentile si spostano a Tradate, o nei comuni vicini, e il problema si ripresenta altrove.
E’ proprio questa estrema mobilità degli spacciatori, insieme alla vastità del territorio boschivo a cavallo tra le due province, il nodo cruciale che non si riesce a risolvere.
In arrivo una riforma della Polizia locale
«Mancano carabinieri, sono troppo pochi – ha detto il sindaco di Lonate Ceppino Clara Dalla Pozza – Allo stesso modo ci servono più agenti di Polizia locale, per avere un maggiore controllo del territorio».
A questo proposito il sottosegretario Molteni ha annunciato che proprio oggi il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha avviato un gruppo di lavoro per arrivare ad una riforma della Polizia locale per rendere più incisivo, anche con nuovi investimenti, il controllo del territorio a livello locale.
Allarme sociale e lavoro di squadra
«Questo incontro è un’occasione importante, quasi unica, che ci permette di iniziare a fare squadra davvero – ha detto il presidente della Provincia di Varese Marco Magrini – Perché l’allarme sociale è alto e c’è il rischio che alcuni cittadini esasperati passino all’azione, con tutti i rischi del caso. E’ solo lavorando in squadra, tutte le forze dell’ordine, la Regione, le amministrazioni e la Polizia locale, che si può sperare di risolvere questo problema».
Un concetto ribadito dal sindaco di Venegono Inferiore Mattia Premazzi che ha chiesto al sottosegretario e soprattutto agli onorevoli varesini di assumere un ruolo di coordinamento in quella che è una vera e propria battaglia.
Treni e telefoni, due aspetti della sicurezza
Il sindaco di Vedano Olona Cristiano Citterio ha aperto la riflessione anche ad un altro problema, collegato alla questione dello spaccio diffuso: la sicurezza sui treni. «Abbiamo avuto due recenti episodi di violenza sui treni della linea Trenord che collega Milano a Varese – ha spiegato – E sappiamo che moltissimi acquirenti di droga arrivano in treno nei nostri paesi. Questo apre una questione che abbiamo già avuto modo di affrontare con il Prefetto, ovvero la sicurezza e il controllo sui treni. E’ stato sottoscritto un protocollo, ora scaduto, che impegnava la Polizia locale per garantire maggiore sicurezza e controlli. Va ripreso e allargato».
Il vicesindaco di Venegono Superiore Luisa Limido ha aperto un altro fronte, sollecitando il sottosegretario ad intervenire: «Un grave problema legato alla qualità della vita di chi vive nella zona boschiva del Tradatese, ma che ha riflessi anche sul livello di sicurezza, è la carenza di copertura telefonica in tutta l’area. Un problema che paradossalmente soffrono anche le forze dell’ordine, che in certe zone sono impossibilitate ad usare il telefono».
Infine il primo cittadino di Tradate ha contrapposto a tutte le ipotesi di maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio, un semplice dato di fatto, ovvero la grande difficoltà che da anni la città sta facendo per dotarsi di una nuova caserma dei carabinieri: «Abbiamo il terreno, il progetto è pronto e la necessità di una nuova caserma è innegabile. Mancano le risorse».
Insomma, lo Stato c’è, come ha ribadito in conclusione il sottosegretario Molteni, ma la soluzione al problema dello spaccio, che passa attraverso tante risposte, ancora no.
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