Presidio a Milano contro la circolare che ferma la registrazione dei figli di coppie omogenitoriali
La sentenza della Corte suprema di Cassazione che dispone solo la possibilità dell'adozione per il genitore "d'intezione" non ha creato problemi nei grandi comuni del Varesotto dove non sono pervenute richieste. Sabato 18 manifestazione in piazza della Scala

“Giù le mani dai nostri figli e dalle nostre figlie” questo è lo slogan scelto per il presidio che ci sarà domani, sabato 18 marzo in piazza della Scala a Milano.
Promossa da Arcigay, Famiglie Arcobaleno, I Sentinelli, Coordinamento Arcobaleno, la manifestazione chiede il riconoscimento di entrambi i genitori nelle famiglie omogenitoriali. Una legge chiara e netta che metta fine alle interpretazioni politiche e azioni differenti. Tra i presenti è annunciata anche Elly Schlein segretaria nazionale del PD oltre ai rappresentanti dei 5 Stelle.
All’origine una sentenza della Corte suprema di Cassazione dello scorso 30 dicembre che esclude l’automatica trascrivibilità sull’atto di nascita all’estero di un bambino del genitore “d’intenzione” oltre a quello biologico, indicando come unica alternativa possibile l’adozione. La sentenza ha indotto il Ministero dell’Interno a inviare ai sindaci, attraverso i prefetti, una circolare in cui viene ribadito che non è consentita la registrazione sull’atto di nascita dei genitori dello stesso sesso.
La decisione, quindi, esclude i figli di due padri che hanno fatto ricorso alla maternità surrogata e i figli di due madri che hanno scelto la procreazione assistita all’estero.
Tra i comuni che avevano accettato la registrazione delle coppie omogenitoriali quello di Milano dove il sindaco Beppe Sala si era assunto la responsabilità politica di una decisione confortata da pregresse sentenze della Corte suprema.
Anche in provincia di Varese, il Prefetto di Varese Salvatore Pasquariello, come disposto dal Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali del Ministero dell’Interno, ha inviato a tutti i sindaci del Varesotto il documento in cui si cita sentenza della Corte Suprema di Cassazione, Sezioni Unite Civili, n. 38162 in cui si afferma che
la pratica della gestazione per altri, quali che siano le modalità della condotta e gli scopi perseguiti, offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane; ciò esclude la automatica trascrivibilità del provvedimento giudiziario straniero, e “a fortiori” dell’originario atto di nascita, nel quale sia indicato quale genitore del bambino il genitore d’intenzione, oltre al padre biologico, anche se l’atto di nascita è stato formato in conformità della “lex loci”; che, nondimeno, anche il bambino nato ricorrendo alla gestazione per altri ha un diritto fondamentale al riconoscimento, anche giuridico, del legame sorto in forza del rapporto affettivo instaurato e vissuto con colui che ha condiviso il disegno genitoriale, e che l’ineludibile esigenza di assicurargli i medesimi diritti degli altri bambini è garantita attraverso l’adozione in casi particolari, ai sensi dell’art. 44, comma 1, lett. d), della l. n. 184 del 1983, in quanto, allo stato dell’evoluzione dell’ordinamento, l’adozione rappresenta lo strumento che consente di dare riconoscimento giuridico, con il conseguimento dello “status” di figlio, al legame di fatto con il “partner” del genitore genetico che ha condiviso il disegno procreativo e ha concorso nel prendersi cura del bambino sin dal momento della nascita.
Nella nostra provincia i grandi comuni come Varese, Gallarate e Busto Arsizio non hanno registrazioni simili anche se, la giunta Galimberti aveva ragionato sulla strada da seguire, dicendosi pronta a individuare possibili strategie per rispondere alle richieste di coppie omogenitoriali, senza attivarsi in concreto, però, in mancanza di domande. Critiche all’attuale stop arrivano da Saronno e dalla consigliera Lucy Sasso da sempre attiva nella promozione dei diritti civili.
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