Disagio minorile in crescita esponenziale: il Prefetto chiama tutti a raccolta “È ora di agire”
Comuni, dirigenti scolastici, assessori comunali, forze dell'ordine, tribunale dei minori, aziende ospedaliera e agenzia della salute. Erano tutti presenti alla Conferenza provinciale convocata per l'emergenza giovani

Una sola cosa è certa: i ragazzi sono in difficoltà. Lo dicono troppe situazioni: l’abbandono scolastico, l’isolamento sociale, il ricorso alle sostanze, l’aumento delle reazioni fuori controllo e anche il tasso di suicidi.
Come fermare questa deriva, diventata una e vera propria piaga dopo la pandemia, non è ancora chiaro. Si parla di protocolli condivisi, di reti tra istituzioni, di azioni sinergiche. Ma c’è un problema che blocca ogni tentativo: la mancanza di mezzi, uomini e fondi.
BUONE PRASSI PER CONTRASTARE BULLISMO, CYBERBULLISMO E DIPENDENZE
La fotografia della gravità della situazione è emersa durante la Conferenza provinciale permanente convocata dal Prefetto Salvatore Pasquariello. Nella sala sconsigliare della Provincia c’erano diversi attori: comuni, forze dell’ordine, tribunale dei minori, scuola, aziende sanitarie, agenzia della salute.
Regione Lombardia, lo scorso luglio, ha approvato uno schema di protocollo d’intesa tra Regione, Prefettura di Milano e Ufficio scolastico della Lombardia per consolidare le buone prassi di prevenzione di contrasto alle dipendenze, al bullismo e al cyberbullismo.

98 PROGETTI IN PROVINCIA DI VARESE
Ats Insubria, capofila delle attività di coordinamento, ha avviato una ricognizione per capire le esperienze sul territorio: nel Varesotto si contano ben 98 progetti di prevenzione al disagio, siano sportelli di ascolto, counseling, aggancio psicologico, attività di supporto ad adolescenti hikikomori, sostegno allo studio. Il sud della provincia offre una varietà e capillarità maggiore rispetto a un nord spesso sguarnito.
Da un anno, Ats Insubria coordina due tavoli di confronto che si ispirano a 4 obiettivi: cittadinanza e legalità, empowerment personale, socializzazione e integrazione. Da Regione sono in arrivo 380.000 euro per progetti da realizzare nell’arco di un biennio nell’intero territorio di Ats cioè Varese e Como. Il momento, quindi, è quello di raccogliere le istanze e fare sistema per cominciare ad agire.
IL BISOGNO E’ OVUNQUE
Il bisogno, dicevamo, è ovunque: è negli ambulatori di neuropsichiatria infantile gravemente sottodimensionati rispetto al bisogno tra disturbi alimentari, isolamento sociale, autolesionismo. Nei pronto soccorso dove arrivano comportamenti dirompenti legati all’uso e abuso di sostanze: «Ci sono adolescenti di 16/17 anni con diagnosi di poliabuso di droghe» ha rivelato il Simone Federer educatore psicologo. Nelle carceri, come nella casa circondariale di Busto dove il 10% dei detenuti ha meno di 25 anni, giovani adulti che hanno sbandato. Nelle scuole dove si registrano episodi di bullismo, prevaricazione e isolamento fino all’abbandono e all’isolamento sociale. L’abbandono scolastico sta crescendo soprattutto nel primo biennio delle superiori: un fenomeno ricorrente laddove c’è più fragilità culturale, mancanza di strumenti per leggere il disagio e contrastare.
Tra il primo gennaio 2021 e il dicembre 2022 in provincia di Varese sono stati registrati 347 suicidi e 299 tentativi: « Non abbiamo il dato disaggregato sull’età – ha commentato il Prefetto Pasquariello – ma è un dato gravissimo».
I RAGAZZI SANNO DOVE PROCURARSI LE SOSTANZE
Ats Insubria ha condotto un sondaggio attraverso 8000 questionari distribuiti tra gli studenti delle scuole medie e superiori: « Almeno un quinto degli studenti fa uso di cannabinoidi o in modo occasionale o costante e la quasi totalità, anche dei ragazzini delle medie, sa dove potrebbe procurarsi le sostanze» ha rivelato il dottor Claudio Tosetto direttore del SerD di ASST Sette Laghi che ha vinto un bando Cariplo insieme alla cooperativa L’Aquilone di Sesto per effettuare interventi mirati in tre distretti scolastici: Luino, Tradate e Sesto Calende. Oltre non si può: mancano i mezzi e gli uomini.
TERRITORIO DEBOLE
Le soluzioni non sono più negli ambulatori ma vanno trovate nel territorio, oggi molto debole. L’appello è alle comunità educanti perché facciano rete a sostegno di genitori sempre più fragili davanti alle scelte dei figli.
L’Asl di Varese 20 anni fa aveva aperto un’esperienza innovativa, il progetto Con-tatto. Era il momento dell’Aids, del contrasto al dilagare dell’HIV: si coinvolsero i ragazzi sperimentando un nuovo modello di comunicazione. Quello sportello venne poi svuotato e impoverito, ma è stato ostinatamente tenuto aperto per dare un’opportunità ai più giovani di avvicinarsi ai servizi senza entrare dalla porta principale, usata dagli adulti. Non più prevenzione ma cura. La mancanza di fondi e di persone costrinse a rimpicciolire un’esperienza di cui oggi c’è estremo bisogno.

La rete tra comuni e scuole è chiesta anche dal Presidente del Tribunale dei Minori dottoressa Gatto: « La riforma Cartabia ha burocratizzato il procedimento. Tutto diventa lungo. Puntare sull’aspetto repressivo non è la strada, perchè i tempi sono eccessivamente lunghi rispetto alla necessaria tempestività. Scuola e servizi sociali devono allearsi perchè sono le comunità dove emergono le criticità. Io inserirei un progetto di rete nel protocollo provinciale per avviare una proficua collaborazione nel momento in cui risulti evidenti l’abbandono scolastico, fenomeno in crescita».
La richiesta uscita dal tavolo è che tutti facciano la propria parte, il proprio pezzo di lavoro, al di là delle difficoltà, della mancanza di personale, della carenza di fondi, del poco tempo per progettare e attuare.
La nostra gioventù chiama e le scuse non bastano più.
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