Il campo di Somma dove Piantanida Chiesa rese il tennis uno sport popolare
Il campo da tennis comunale di via Marconi è stato dedicato a chi negli anni aveva sostenuto l'allargamento della pratica di questo sport
«ha trasformato il tennis da uno sport di élite, per pochi, a uno sport popolare che chiunque volendo poteva praticare». Somma Lombardo ricorda Alessandro Piantanida Chiesa, scomparso la scorsa estate. E lo fa dedicandogli il campo da tennis cittadino, una piccola particolarità di Somma, simbolo di quell’allargamento dei praticanti che Piantanida Chiesa ha voluto sostenere.
«Facevo le medie e il prof Mutta un giorno ci comunica che d’ora in poi avremmo avuto la possibilità di giocare gratuitamente in questo campo» ha detto il presidente dell’Associazione Tennis Club Somma, Dario Rogora, rievocando i suoi esordi al campo di via Marconi. «Inoltre avevamo a disposizione anche Emilio, uno dei bidelli, un buon giocatore di tennis. Da allora non ho mai smesso di giocare. Per questa piccola realtà, per la quale oggi diciamo grazie a Spes e all’Amministrazione Comunale dobbiamo davvero ringraziare Sandro perché è stato tutto merito suo. Sandro è e resterà per sempre nei nostri cuori».
«Nella nostra esperienza personale questa convenzione col Comune che ci concede di giocare gratis la dobbiamo proprio al nostro grande Sandro, gli dobbiamo riconoscere un fatto, che ha trasformato il tennis da uno sport di élite, per pochi, a uno sport popolare che chiunque volendo poteva praticare» ha aggiunto Mauro Pettinicchio, consigliere Spes.
«Ci ringrazio per essere presenti oggi qui, giocatori e fruitori del tennis club, un’eccellenza del nostro Comune che esiste da 56 anni» ha concluso Stefano Bellaria, sindaco di Somma. «Ciò significa che ha lavorato bene e che si è imposto nel cuore di molti sommesi. Oggi siamo qui per una ricorrenza importante, ricordare, attraverso la dedica di questo campo da tennis, Alessandro Piantanida Chiesa, e ricordare vuol proprio dire “riportare al cuore”. Ecco è un gesto che facciamo con Sandro, che era un uomo distinto nel portamento e nel comportamento. Un uomo che mi ha sempre colpito per la sua discreta e silenziosa partecipazione attiva in moltissime realtà sportive del nostro Comune. Una presenza fondamentale ma mai urlata ai quattro venti, mai rivendicata, cosa oggi assai frequente, invece. Sandro è stato un esempio di come si può dare un immenso contributo alla propria comunità con stile, con rispetto, un esempio anche di come l’essere gentili d’animo alla lunga porta grandi risultati e le tante persone presenti oggi qui a ricordarlo ne sono la testimonianza più significativa».
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