La guerra ibrida avvolge le nostre vite
Questo è il tipo di guerra dei conflitti moderni, in Ucraina, Siria, Afghanistan, in Medio Oriente, ovunque. Rappresenta una minaccia molto complessa e difficile da affrontare
Dal treno per casa guardo l’ultimo pescatore sul lago di Varese e penso che forse abbia capito tutto lui. La sequenza di notizie di questa settimana fa venire voglia di andarsene in qualche posto remoto dove vivere in santa e semplice pace. Ho messo gli occhi sull’evocativa isola Fuga. I residenti della remota comunità di poco più di 2.000 persone sulla punta settentrionale delle Filippine sono agricoltori e pescatori. Coltivano mais, allevano polli, maiali e capre autoctoni e pescano dal mare locale con piccole imbarcazioni a remi. Scelta sbagliata. Non ci sono turisti e non ce ne saranno.
L’isola è contesa a suon di miliardi da Cina e Stati Uniti per il controllo del mare prossimo a Taiwan. Temo che siamo tutti sulla stessa barca del globo terraqueo, con due gorilla che litigano. Se non siamo attenti e consapevoli, rischiamo di finire in mare. Mentre crediamo di stare guardando lo spettacolo della guerra ibrida al Colosseo, la carne sacrificabile per le belve potremmo essere noi.
La guerra ibrida è una forma di conflitto in cui una parte cerca di raggiungere i propri obiettivi, utilizzando una combinazione di diverse strategie, tattiche e strumenti, tra cui azioni militari convenzionali, operazioni psicologiche, guerra dell’informazione, cyber attacchi, sabotaggio, terrorismo e guerra non convenzionale. Questo è il tipo di guerra dei conflitti moderni, in Ucraina, Siria, Afghanistan, in Medio Oriente, ovunque. Rappresenta una minaccia molto complessa e difficile da affrontare per i governi e le organizzazioni internazionali e causa un impatto significativo sulla società e sull’economia dei paesi colpiti e indirettamente su tutti gli altri.
Rileggere alcuni avvenimenti della settimana con la chiave della guerra ibrida, ci orienta in un mondo sempre più complesso, interdipendente e in conflitto permanente.
Azioni militari convenzionali.
Dieci mesi avevamo approfondito il tema dell’impiego degli sciami di droni nei nuovi scenari di guerra ibrida. L’argomento è tornato torrido, dopo l’abbattimento di un “drone” americano nel Mar Nero, e ci permette di fare un po’ di ecologia del linguaggio. “Jet russo colpisce il drone americano” (Corriere della Sera). “Scontro tra jet russo e drone USA” (La Repubblica) sono solo due esempi di come è stata lanciata la notizia dai media non solo italiani. Tecnicamente un drone è definito come un velivolo privo di pilota e comandato a distanza. Detto così, comprende il modellino da 99 euro regalato alla nipotina a Natale, fino al nuovo Bomber statunitense B-21 Raider da 700 milioni di dollari l’uno, che è capace di portare (e speriamo mai sganciare) testate nucleari, senza nessuno a bordo [NdR: i russi, per non rimanere indietro, hanno annunciato a fine 2022 il primo “drone marino” lungo 60 metri e capace di portare testate nucleari, senza personale a bordo]. È un po’ come se chiamassimo veicolo, non solo la 500 Fiat, ma anche la Bagger 293, l’escavatore più grande del mondo alta 96 metri e lunga 225, solo perché si muove.
L’oggetto abbattuto nel Mare del Nord si chiama MQ-9 Reaper, è un aereo senza pilota con queste caratteristiche:
– M significa multi-funzione, infatti può essere utilizzato per ricognizioni o missioni attive, sia difensive che di attacco
– Q significa che è pilotato a distanza da una squadra, con un pilota e un assistente di volo, che opera i sensori e i sistemi di armamento
– 9 è la versione del modello prodotto dalla General Atomics
– Reaper significa “mietitore”
– è lungo 11 metri, con un’apertura alare di ben 20 metri (in confronto, un caccia F35, in dotazione all’aeronautica italiana, è lungo 15 metri e largo 11)
– può trasportare fino a 16 missili Hellfire, equivalenti alla capacità di carico di uno dei famosi elicotteri Apache (gli Hellfire sono armi ad altissima precisione con guida laser, supersonica, capaci di distruggere qualsiasi carrarmato al mondo)
– è in grado di volare a un’altitudine di 15 km (6 km sopra l’Everest) e può rimanere attivo in missione sugli obiettivi fino a 24 ore senza dover fare rifornimento
– costa 32 milioni di dollari
L’utilizzo di questi sistemi militari è cresciuto continuamente e già dal 2017 negli Stati Uniti ci sono più piloti aerei che pilotano a terra di quanti ce ne siano in cielo sugli aerei. Sono in dotazione a molti paesi Nato. L’Italia finora li ha impiegati per missioni di sorveglianza e riconoscimento, ma dall’anno scorso è iniziato un programma per aggiungere anche assetti con capacità di ingaggio (ie.
combattimento), qui la fonte.
Anche un altro aspetto della vicenda ci porta a riflettere sulle parole utilizzate per descrivere lo scontro. Gli americani lo hanno definito “insicuro e non professionale”, anche perché fare gavettoni di carburante contro un altro aereo non è proprio elegante. Si sono fermati un passo prima di dire “illegale”. Mary Ellen O’Connell, professoressa della Notre Dame Law School ed esperta di diritto internazionale e uso della forza, ha osservato che “Con ogni probabilità il Mietitore stava conducendo una sorveglianza per conto dell’Ucraina. In base alle leggi sui conflitti armati, la Russia ha il diritto di interrompere tale assistenza, anche se si trovava in uno spazio aereo internazionale”. Azioni camuffate da missione scientifica.
Il secondo caso in cui sono usate parole-giocattolo riguarda il “pallone” cinese abbattuto sopra il Canada. L’oggetto era sufficientemente gigantesco da trasportare un carico utile delle dimensioni di circa tre autobus con antenne lunghe molti metri. Secondo i cinesi era una “normale” stazione meteorologica, andata fuori rotta a causa dei venti. Secondo USA e Canada mascherava attrezzature per captare, oltre ai dati meteo, anche quelli elettronici sensibili delle infrastrutture a terra.
Azioni di controspionaggio a protezione della ricerca di base.
Scendendo a terra e anche in mare, si colgono altri segnali recenti della tensione montante tra Cina e USA, i veri antagonisti globali del terzo millennio. Nel Regno Unito, secondo i dati ottenuti dal Guardian, le domande di ingresso di 1.104 scienziati e studenti post-laurea cinesi sono state respinte dal Foreign Office nel 2022, oltre il doppio di quelle respinte nel 2021 (nel 2016 erano state solo 13 quelle respinte). Gli standard di sicurezza sono stati estesi a quasi tutte le materie scientifiche, per questioni di interesse nazionale (tradotto: no spie camuffate tra gli studenti). Qui la fonte.
Azioni strategiche militari preventive.
L’Australia ha annunciato un accordo pluridecennale e multimiliardario volto a contrastare l’espansione militare della Cina nell’Indo-Pacifico. Il piano AUKUS è una triplice alleanza (acronimo da Australia, United Kingdom, United States) e ha l’obiettivo di costruire una flotta d’élite di sottomarini a propulsione nucleare, capaci di intervenire a protezione di Taiwan in caso di necessità.
Sanzioni economiche.
In Europa, ci sono stati recentemente due casi molto diversi e illuminanti sul cambio di vento. La società olandese ASML ha deciso di bloccare l’esportazione verso la Cina delle stampanti. Carneade chi era costui? Dietro la sigla ignota quasi a tutti, si cela il leader globale della produzione di “stampanti” per semiconduttori, che non sono le ink-jet di casa, ma sistemi sofisticatissimi da 200 milioni di euro l’una. Nota: dato che i semiconduttori sono ovunque, ASML, che vale 245 miliardi, è la seconda azienda per valore di borsa nel nostro continente, più di Enel, Ferrari, Intesa, Eni, Unicredit e Assicurazioni Generali insieme.
Azioni di difesa dallo spionaggio cyber.
Su un fronte diverso, la Commissione Europea da questa settimana ha ordinato a tutti i dipendenti di rimuovere TikTok dai propri dispositivi elettronici, compresi quelli personali con cui accedono a comunicazioni di lavoro. Il social di proprietà della cinese Bytedance è ritenuto non adeguato a garantire la sicurezza cyber delle nostre istituzioni.
Comprendere i meccanismi della guerra ibrida e sviluppare strategie efficaci per contrastarla diventa un elemento fondamentale per la sicurezza nazionale e internazionale. Noi ne siamo partecipi a volte inconsapevolmente perché combina tattiche militari tradizionali con tecniche non convenzionali, come l’utilizzo della propaganda, la manipolazione dell’informazione e la guerra cibernetica. Inoltre, è condotta da stati nazionali, ma anche da organizzazioni non statali o gruppi di attori non statali. Analizzarla e studiarla è importante perché ci aiuta a capire meglio come funziona il conflitto armato moderno e come proteggere la nostra società democratica dalle minacce esterne.
“Il conflitto è componente integrante della vita umana, si trova dentro di noi e intorno a noi. Chi è veramente esperto nell’arte della guerra sa vincere l’esercito nemico senza dare battaglia, prendere le sue città senza assieparle, e rovesciarne lo Stato senza operazioni prolungate”, Sun Tzu.
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