Addio cardiologia all’ospedale di Gallarate? “Dal 1° giugno chiude”

La notizia circola da alcuni giorni in ambito ospedaliero e tra gli specialisti: rimarrebbe solo un cardiologo diurno ma senza reparto. L'opposizione gallaratese: "Criticità evidenti, non bastano le promesse"

ospedale gallarate

Ridotto in capacità a gennaio, privato dell’emodinamica e degli ambulatori, pare essere ormai al capolinea il reparto di cardiologia dell’ospedale di Gallarate: data la difficoltà di trovare medici, la data di chiusura del reparto sarebbe infatti il 1° giugno 2023. La notizia circola in ambiente medico già da qualche giorno, rimbalza negli altri reparti, ma anche tra chi ha lavorato lì e oggi è lontano.

La notizia viene data come «ormai certa» anche da Margherita Silvestrini, la consigliera comunale del Partito Democratico che segue da vicino la situazione dell’ospedale e che ha raccolto la preoccupazione (ulteriore) dello stesso personale che lavora al Sant’Antonio Abate. «Dal 1° giugno rimarrà un cardiologo in presenza diurna a servizio dei reparti e un reperibile notturno. Una situazione che metterà a rischio i pazienti e anche i medici e tutto il personale che continuerà a operare al Sant’Antonio Abate».

«Questa è la conferma che le opposizioni mettono una lente di ingrandimento sul Sant’Antonio Abate non perché sia l’unico argomento e l’unica criticità della città ma perché sicuramente è la maggiore emergenza con cui dobbiamo fare i conti» continua Silvestrini. «Un tema su cui il sindaco sembra non intervenire in maniera proattiva verso chi decide ma sembra passivamente accettare tutto quanto avviene. Rassicurare i cittadini non ci sembra corretto perché le scelte fatte invece ci raccontano altro»

Sul tema sanitario resta infatti acceso il confronto politico: i disagi sono riconosciuti un po’ da tutti, ma diversa è la prospettiva. Le opposizioni (civiche e di centrosinistra) chiedono all’amministrazione più fermezza, il sindaco Cassani è convinto si tratti di polemiche a fronte invece di rassicurazioni ricevute e di «atti concreti che passeranno in consiglio comunale».

Silvestrini contesta in particolare «la replica del nostro sindaco sulla situazione dell’ospedale, in cui solo settimana scorsa ci rassicurava dicendo che c’erano ampie garanzie». A fronte della proposta delle opposizioni di una nuova presa di posizione condivisa da parte del consiglio comunale, il sindaco Cassani aveva infatti considerato la mossa strumentale e aveva opposto le rassicurazioni ottenute: «Mentre loro [i consiglieri di minoranza [provano a far polemiche sul nulla abbiamo 30 milioni di euro da spendere bene sul territorio per investimenti. […[ nel frattempo faremo anche un accordo di programma per il nuovo ospedale per pensare al futuro dei gallaratesi»

Contrapposizione inevitabile tra maggioranza e opposizione a livello locale? In realtà qualche apertura e convergenza c’era stata e appunto dalle file delle opposizioni si puntava a costruire un accordo. Oggi Silvestrini rilancia «affinché si reagisca come istituzioni e cittadinanza tutta per evitare l’acutizzarsi delle criticità ormai evidente a tutti». Di qui l’auspicio che è anche appello alla maggioranza: «Penso che siano criticità tanto evidenti che ci possa avere oggi un’ampia condivisione politica».

«Se la notizia fosse confermata, sarebbe un vero colpo al cuore» aggiunge Massimo Gnocchi, della civica Obiettivo Comune Gallarate. «Credo che la mozione nel prossimo consiglio può solo essere utile per affrontare un discorso molto delicato come q quello dell’ospedale».

Al di là del dibattito politico, al di là dell’intensa attività del Comitato Salute del Varesotto, non si è fin qui concretizzata a Gallarate una mobilitazione “di massa”, per così dire, come quella vista a Saronno. «Possibile che nessuno scenda in piazza di fronte a una situazione del genere?» si chiede un medico. Un tentativo di mobilitazione popolare c’era stato nell’autunno 2021, con due diverse manifestazioni che avevano mobilitato alcune decine di persone, una partecipazione maggiore aveva registrato la manifestazione del gennaio scorso.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 19 Maggio 2023
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  1. PaoloFilterfree
    Scritto da PaoloFilterfree

    Alla sacrosanta domanda del medico (“nessuno scende in piazza?”) si potrebbe rispondere che, per l’ennesima volta, i lombardi hanno recentemente fornito ampio consenso elettorale nei confronti di quella classe politica che ha saccheggiato, portandola all’attuale agonia, la sanità pubblica…Siamo un popolo docile, mansueto, nulla a che fare con inglesi, tedeschi, per non parlare dei francesi. I nodi stanno venendo al pettine, ma è prematuro: l’opulenza è ancora largamente maggioritaria.

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