Il negozio equosolidale di Varese verso la chiusura: l’appello delle volontarie “Aiutateci a rimanere aperti”
La saracinesca sulla storica realtà cittadina dovrebbe chiudersi per l'ultima volta il 31 maggio. Le sei volontarie e l'unica dipendente però sperano in un interessamento in extremis

Il negozio del commercio Equo e solidale di Varese sta per chiudere: la data in cui la saracinesca dovrebbe scendere per l’ultima e definitiva volta è fissata per il 31 maggio prossimo, tra 15 giorni. Ma le sei volontarie e la sua unica dipendente storica ancora in bottega non si danno per vinte e tentano un ultimo appello ai cittadini di Varese e alle realtà potenzialmente interessate a far proseguire questo progetto.
«Questo è un appello a eventuali realtà del territorio interessate a rilevare/riaprire la bottega di Varese, attualmente destinata a chiudere alla fine del corrente mese di maggio – spiega il messaggio inviato dalle volontarie – Grazie a tutti i nostri clienti, dai più fedeli e affezionati, che ci hanno accompagnate in tutti questi anni, ai visitatori occasionali che hanno conosciuto e amato i nostri prodotti di eccellenza etica e qualitativa. Grazie a tutti i volontari che si sono alternati e hanno contribuito, a vario titolo ma sempre con generosità, all’attività della bottega attraverso le varie gestioni succedutesi. In bocca alla lupo agli amici di Share, costola di Mondi Possibili a noi carissima. Grazie a chi vorrà diffondere questo appello da parte di tutte noi, che restiamo a disposizione di chi volesse rilevare la gestione della “nostra” amata bottega. Firmato: Adriana, Angelica, Anna, Carla, Elisabetta e Nicoletta con Serena».
Un appello che è quasi la richiesta di un miracolo ma in questo settore, si sa, i miracoli esistono, grazie a persone che hanno a cuore la logica e il pensiero che sono alla base del commercio equo e solidale: «Partiamo da una premessa: questo comparto ha un equilibrio di mercato difficile da sostenere a causa dei piccoli ricarichi su cui vive – ammette Angelica Panelli, una delle sei volontarie – È da più di una decina d’anni che è emersa questa realtà. Ma la nostra bottega si regge su sei volontarie e solo una dipendente part time, ha dei costi ragionevoli sugli affitti: è insomma molto parca e fino a ora ce l’ha fatta».
La Bottega del commercio equo e solidale di Varese ha una storia lunghissima, partita dal convento dei Francescani nel 1989, proseguita in via Garibaldi dal 1995 al 2012 e poi trasferitasi in via Luini. In questo lungo periodo di vita ha visto tre passaggi di proprietà: prima dalla cooperativa “Ago della Bilancia”, poi dalla “Mondi Possibili” e infine da un’alleanza delle cooperative varesine “La Corte” e “San Luigi”, che l’hanno rilevata l’anno scorso per cercare di difenderne l’apertura.
Angelica ha visto quasi tutte le fasi della Bottega, partita in maniera “casalinga”, poi sviluppatasi con la cooperativa “Mondi Possibili” la quale ha anche creato il negozio di vestiti usati di qualità che ha sede di fronte. A proseguire l’esperienza sono le cooperative La Corte (che gestisce anche il “Cafè 21” nel palazzo Comunale e la mensa “Fuoricontesto” nella sede di via Dunant, tra la Croce Rossa e l’Università dell’Insubria) e san Luigi (che gestisce diverse comunità di accoglienza).
Ora però anche le ultime due realtà hanno deciso di gettare la spugna. «La nostra bottega, che già ultimamente si reggeva su un equilibrio instabile, è stata piegata dal Covid. Prima la difficoltà di vendere, poi i cambiamenti amministrativi. L’anno scorso “Mondi Possibili” ha dato forfait, e noi siamo rimasti chiusi da maggio a settembre, quando ci ha rilevato la “cordata” de La Corte e cooperativa San Luigi. Con qualche cambiamento, ma ha assicurato una continuità». Ora però siamo ai saldi finali, ma alle sei volontarie e alla dipendente: «Ci si sta spezzando il cuore». Per questo tentano l’appello: «Per qualcuno che possa mostrare un interessamento: se questo viene esplicitato prima della chiusura potremmo mantenere gli arredi, l’oggettistica che avanza e altro. Potrebbero così avere meno costi di partenza».
Ma chi potrebbe rilevare l’attività? «Qualche cooperativa, o privati proprietari di locali, o entrambi». La manodopera resterebbe, tutte le volontarie attuali sono fermamente intenzionate a portare avanti la realtà, e anche la dipendente è interessata a rimanere. «Se chiudessimo noi, tutto il circondario di Varese resterebbe senza bottega equa: si dovrebbe spostare a Luino o a Busto per trovare realtà simili».
La speranza è che ci sia un lieto fine: intanto, fino a mercoledì 31 maggio 2023 il negozio sarà aperto, da martedì a sabato dalle 9.30 alle 12.30. Chi fosse interessato a saperne di più potrà chiamare negli orari di apertura il numero 0332-288383 o scrivere a angelica.panelli@gmail.com – annamalnati61@gmail.com
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