Troppi sacchi di rifiuti infilati nei cestini, raffiche di multe a Cavaria con Premezzo
Solo nell'ultima settimana contestati sette episodi, con multa da 250 euro. L'assessore Bonutto: "Risultato reso possibile dalle telecamere quintuplicate"

È un malcostume diffuso, tanto nei paesi quanto nelle città: l’abitudine (di alcuni) di buttare i propri rifiuti privati direttamente nei cestini stradali.
A Cavaria con Premezzo l’amministrazione si sta muovendo con più decisione per contrastare il fenomeno, dice l’assessore alla sicurezza Diego Bonutto: «Abbiamo intensificato i controlli con le nostre telecamere e aumentato le contestazioni e le sanzioni. Nell’ultima settimana sono state fatte sette sanzioni».
I casi riguardano ad esempio sacchetti lasciati nei cestini o in prossimità nel piazzale della chiesa di San Rocco e davanti al Comune. Le sanzioni vengono elevate sulla base del Regolamento di Polizia Urbana: chi sgarra dovrà pagare 250 euro.
Buttare sacchi di rifiuti privati nei cestini è – in linea generale – un danno di solito per due ragioni: primo, basta un solo sacchetto infilato in un cestino per rendere quest’ultimo inutile e non disponibile per chi deve buttare una cartaccia o un pacchetto di sigarette vuoto. Secondo: spesso i sacchi di rifiuti abbandonati sono indifferenziati, contenenti anche materiale che invece doveva essere differenziato in modo corretto.
Chi abbandona i rifiuti a Cavaria? «Italiani e stranieri, anziani e giovani, c’è di tutto» dice Bonutto. Secondo l’assessore non c’è dietro un fenomeno di evasione della tassa rifiuti (chi non ha una posizione non può avere sacchi per la raccolta differenziata) quando una generale “leggerezza” di fronte al tema: «Sembra più incuria e mancanza di voglia di rispettare le regole».
In Comune ritengono che una quota di abbandoni sia un effetto collaterale legato anche alle nuove norme sulla raccolta puntuale Coinger, per questo si è aumentata la sorveglianza con telecamere, «per dare un segnale chiaro subito».

Da assessore alla sicurezza, Bonutto sottolinea come il contrasto a questo malcostume sia reso possibile anche dagli investimenti sulla videosorveglianza: «Siamo quasi a cento telecamere, da venti che avevamo prima. E i risultati si stanno ottenendo, sui rifiuti ma anche dal punto di vista delle attività di polizia giudiziaria».
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