“Così ho fotografato la tempesta che ha provocato il drammatico naufragio sul Lago Maggiore”
Lorenzo Alberganti, fotografo amatoriale di Verbania, appassionato di meteorologia ma anche esperto di lago e in forze alla squadra nautica, ha ripreso il fenomeno atmosferico che ha provocato la morte di quattro persone a largo di Lisanza
Domenica sera sul lago Maggiore si è verificato un “downburst”, una colonna di aria fredda che s’abbatte al suolo con raffiche violentissime nel mezzo di una tempesta. Lo avevamo raccontato nei giorni scorsi attraverso le parole del meteorologo Paolo Valisa del Centro Geofisico Prealpino ma c’è una persona che quello stesso preciso fenomeno atmosferico lo è riuscito a immortalare in un time-lapse (una serie di foto riprodotte in serie velocemente a formare un video).
Si tratta di Lorenzo Alberganti, fotografo amatoriale di Verbania, appassionato di meteorologia ma anche esperto di lago e in forze alla squadra nautica proprio sul Lago Maggiore. Lui ha immortalato tutto e ha deciso di condividere la sua testimonianza con Varesenews (video in testa all’articolo).
«Ci tengo a fare una premessa del perché stessi riprendendo il lago proprio in quel momento: l’ho perché si sapeva che dal punto di vista atmosferico qualcosa sarebbe successo di lì a poco». La premessa di Alberganti è uno snodo fondamentale della vicenda che ha portato al naufragio dell’imbarcazione “Good..uria” mentre trasportava 23 persone a largo della costa di Lisanza.
«Lo dico perché sul lago erano previsti temporali – spiega il fotografo -, l’app meteo Swiss aveva fatto previsioni ancora più accurate e perché all’orizzonte ho visto accumularsi rapidamente un“Cumulonembo” (una nube a forte sviluppo verticale che si genera in condizioni di instabilità atmosferica Ndr)». Così domenica nel tardo pomeriggio Alberganti ha deciso di tirare fuori la macchina fotografica per piazzarla dal punto in cui si trovava, il parco Cavallotti di Intra, in direzione del lago.
«Ho ripreso il cielo in tutto per un’ora e mezza ed è all’interno di questo lasso di tempo che si è verificato l’episodio che ha provocato il naufragio – racconta il fotografo -. Prima l’accumularsi delle nuvole, poi il cielo plumbeo, di quel colore tipico che assume il cielo quando si verificano scambi termici e si carica di tanta energia. Infine, la colonna pressoria che precipita dal centro del temporale scaricando con violenza in acqua dove ha provocato anche un’onda che si è propagata anche a grande distanza». Alberganti avrebbe saputo di li a poco che impresso nella sua macchina fotografica c’era proprio il “downburst” del naufragio di Lisanza.
L’imbarcazione e il luogo dove sono avvenuti i fatti non si vede direttamente nel time-lapse del fotografo poiché da Intra la zona di Lisanza è nascosta resta nascosta dal promontorio di Ranco e Angera, ma il fenomeno atmosferico è nitidissimo.
«Purtroppo non può più accadere oggi che si sottovalutino i fenomeni temporaleschi – spiega Alberganti, che ha anche una certa passione per la meteorologia -. Dobbiamo renderci conto che con il cambiamento climatico le cose sono mutate e non si può pensare che l’arrivo di un temporale sia una cosa da prendere sottogamba. Questi fenomeni atmosferici sono esattamente quelli di un clima tropicale e in relativamente poco tempo possono trasformarsi in qualcosa di violentissimo di fronte al quale una barca dimensioni medio-piccole rischia tantissimo».
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