Fiori e panchine, alle Maino di Cassano i ragazzi ridisegnano il “chiostro” interno alla scuola
Un gruppo di studenti è stato coinvolto in un progetto per ridisegnare lo spazio all'aperto. Hanno ripensato ma soprattutto hanno realizzato con le loro mani gli interventi

Alle scuole Maino di Cassano Magnago la primavera regala un nuovo spazio per ritrovarsi, studiare, parlare: un angolo ricavato dal recupero del “chiostro” interno all’edificio, spazio distinto dal giardino principale, all’aperto ma insieme dentro la scuola.
Nuovo spazio verde ben curato, con un panchina e un tavolo creati da zero: l’intervento è stato curato da un gruppo di studenti delle scuole medie, con un progetto specifico che ha dato ai ragazzi la responsabilità di pensare lo spazio e realizzare le strutture, ovviamente sotto la supervisione degli adulti.
Dopo aver ripulito il cortiletto, i ragazzi hanno piantato semi di basilico, bocche di leone e altre essenze e soprattutto (sempre seguiti dai tutor, docenti ed educatori) hanno messo mano ad alcuni bancali dismessi: «i ragazzi li hanno passati alla carta vetrata e ridipinti poi con impregnante di colore verde» spiega la docente Michela Tibiletti. I materiali grezzi si sono così trasformati in una seduta e un tavolo, a comporre un angolo di relax dentro la scuola.

L’angolo relax è venuto pronto in tempo per la fine della scuola, ma da lasciare anche a chi verrà l’anno prossimo: un bell’intervento creativo, ma che lascia anche un piccolo patrimonio concreto alla comunità scolastica. Oltre al messaggio di riutilizzo e valorizzazione dei materiali, come da nome del progetto, “Rivivi Maino”

La scuola Maino era stata tra l’altro destinataria anche di un altro intervento sugli spazi esterni (il giardino intorno all’edificio), inserito tra i progetti dell’Istituto Oikos attivati con fondi europei: alle Maino erano state effettuate piantumazioni per aumentare il grado di biodiversità e recuperare la qualità del verde. Nei giorni scorsi Cassano è stata visitata anche dai funzionari incaricati di verificare l’impiego dei fondi europei, che hanno controllato i diversi interventi, tra cui quello realizzato nella zona dello stagno del nuovo “Parco di Città”.
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