Il giudice nega il rito abbreviato per il varesino accusato di aver ucciso a Genova con una freccia
I fatti nella notte fra l'1 e il 2 novembre 2022: il reato contestato con pesanti aggravanti prevede l'ergastolo e quindi la legge non consente possibili sconti di pena

Nessun rito abbreviato, passaggio processuale alternativo che in cambio di un minor tempo legato alla celebrazione del processo offre all’imputato uno sconto sulla pena. Ma questo non può avvenire per i reati contestati che in fieri prevedono la pena dell’ergastolo, proprio come l’omicidio volontario aggravato contestato a Evaristo Scalco, l’uomo originario di Cittiglio che nella notte fra l’1 e il 2 novembre 2022 è accusato di aver scoccato un dardo che ha colpito Alfredo Javier Romero Miranda, 41 anni, nel centro storico di Genova dove l’uomo stava festeggiando la nascita del figlio.
Il giudice per le indagini preliminari ha dunque rigettato la richiesta di rito abbreviato: il reato, aggravato dai futili motivi e dall’odio razziale prevede infatti l’ergastolo, ed è quindi precluso il rito alternativo.
Quella notte, dopo i fatti, i carabinieri di Genova rintracciarono subito l’uomo accusato prima di tentato omicidio e poi, in seguito al decesso, dell’omicidio del peruviano: nell’abitazione del sospettato l’Arma trovò tre archi e una trentina di frecce che l’uomo si era auto prodotto.
Scalco, 60 anni, è originario della Valcuvia, a Cittiglio, dove rimane ai domiciliari: lavorava nella città della Lanterna come marittimo.
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