Lo scudo che protegge dai fulmini è un’invenzione varesina considerata eccellenza internazionale
Oggi ci sono migliaia di siti protetti nel mondo grazie allo sfruttamento di un'intuizione varesina di 70 anni fa dell’ingegner Mario De Bernardi che è ancora eccellenza internazionale

Abbiamo visto in questi giorni, sotto le bordate impressionanti scaturite dai nubifragi che hanno flagellato il Varesotto, quanto possono essere pericolosi i fulmini. Tra alberi distrutti e tetti delle case andati in fiamme, le scariche elettromagnetiche costituiscono ancora uno degli aspetti più pericolosi di un temporale. Ma c’è una storia d’impresa, tutta varesina, che è capace di garantire contro i fulmini una definitiva protezione.
Dalle aziende ai monumenti romani, passando da centri di ricerca, siti strategici o semplici case che hanno bisogno di essere protette. Oggi ci sono migliaia di luoghi nel mondo protetti da un’intuizione varesina di 70 anni fa che è ancora eccellenza internazionale: lo “scudo” antifulmine dell’ingegner Mario De Bernardi, nato e sviluppato a suon di osservazioni delle scariche elettriche proprio sul Campo dei Fiori.
La rivoluzionaria tecnologia Antimpatto
Ciò di cui stiamo parlando è tutt’oggi un unicum mondiale e la sua specificità sta tutta in quel prefisso: “anti” fulmine, anziché il più noto e utilizzato “para” fulmine. Ed è una differenza rivoluzionaria: i tradizionali sistemi parafulmine, infatti, si sono sempre concentrati sull’attirare i fulmini per poi scaricarli a terra, cercando solamente di contenere i danni generati dalle scariche dopo che si sono verificate.
Lo “scudo varesino”, invece, adotta un approccio diverso e preventivo. Il suo funzionamento si basa infatti sulla stabilizzazione del campo magnetico atmosferico contrastandone le eventuali repentine variazioni dovute alle perturbazioni. Con un campo così stabilizzato il fulmine non trova il terreno fertile per potersi manifestare. Ed eliminando le cause che portano alla generazione dei fulmini si crea quindi un’area protetta all’interno della quale il rischio di danni a persone, strutture ed oggetti è praticamente annullato.
Gli studi, la scoperta e l’invenzione
Alla base di questo impianto che protegge dai fulmini, che oggi è un servizio commercializzato da un’azienda varesina che si chiama Euthalia, c’è l’invenzione brevettata dell’ingegner De Bernardi che, da giovane radioamatore, nel secondo dopoguerra cominciò a studiare i fulmini.
È così, sulle Prealpi varesine, che fece nel 1947 la sua prima fondamentale scoperta: i fulmini quali manifestazioni non di fenomeni elettrostatici, ma principalmente elettrodinamici, sia nella fase di gestazione che nell’espressione di potenza. Una scoperta che gli permise di elaborare una primissima antenna Antimpatto®.
Quel primo prodotto portò alla costituzione dell’impresa individuale Ingelva, acronimo di Ingegneria Elettronica Elettrotecnica di Varese che ha installato migliaia di “scudi” made in Varese nel mondo. A rilanciare questa tecnologia, tutt’ora così densa di innovazione senza pari, è stata una cordata di imprenditori che nel 2019 l’ha acquistata e rilanciata.
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