Quei ragazzi di Sangallo diventati grandi
Il racconto di Cristina sulla giornata di domenica 17 settembre quando ragazzi degli anni 60/70, oggi diventati "grandi", si sono ritrovati tutti insieme nel quartiere che li ha visti crescere. Sangallo definito il "Bronx", in realtà era un posto privilegiato dove vivere
Domenica 17 settembre 2023 si è concretizzato un evento che molti ritenevano impossibile. Ragazzi degli anni 60/70, oggi diventati “grandi”, si sono ritrovati tutti insieme dopo tanto tempo nel quartiere che li ha visti crescere.
Con la famiglia e le carriere alle spalle, hanno avuto l’opportunità di riunirsi per condividere ricordi e riflettere sugli inevitabili cambiamenti che la vita comporta. Un’occasione unica per rivivere le emozioni e le esperienze di quel periodo e rafforzare i legami che tutt’ora li uniscono.
Sangallo, edificato nella prima metà degli anni sessanta, ha vissuto di vita propria solo grazie alle centinaia di famiglie che in quegli anni lo hanno popolato. Difficile definirlo: un quartiere popolare ma situato in una zona residenziale molto bella e ricca di verde e di servizi. Definito il “Bronx”, in realtà un posto privilegiato dove vivere. Direttamente collegato con il centro cittadino tramite un autobus di linea, la mitica B rossa anch’essa luogo di incontro e socializzazione, garantiva però la serenità della vicina campagna all’epoca veramente tale in quanto un fattore resisteva come ultimo baluardo di una società contadina che da tempo aveva lasciato spazio ad una veloce industrializzazione del territorio varesino.
Questo gruppo di amici cresciuti insieme ha condiviso molte esperienze, tra cui giochi all’aperto, avventure nei boschi circostanti e soprattutto il calcio che, grazie alla presenza di un enorme prato, veniva praticato su quello che era stato trasformato a tutti gli effetti un campo da gioco regolare. Il tempo e la vita li ha poi portati in direzioni diverse, lontane da Varese e dalle amicizie di gioventù. Così, grazie alcuni legami che si sono mantenuti nel tempo, e grazie alla tecnologia che permette di essere vicini nell’etere e di potere rintracciare facilmente le persone, alcuni visionari si sono messi in mente di contattare tutti i vecchi amici e hanno creato una “chat che velocemente quanto incredibilmente si è animata fino a raggiungere circa 100 adesioni. Da li ha preso vita questa avventura che, arricchendosi quotidianamente di idee e di spunti, si è poi realizzata nell’incredibile giornata di incontro.
Nel primo pomeriggio ritrovo sul campo di calcio. In realtà il campo è molto cambiato, ma grazie all’amore e alla caparbietà, alcuni boomers sangallesi con duro lavoro lo hanno riportato ai vecchi fasti. Oltre ai giocatori, il pubblico così preso a ritrovarsi e ad abbracciarsi che con fatica riesce a seguire lo svolgersi degli incontri. Ai bordi del campo colui che fu l’allenatore di quei ragazzi e che, nonostante il passare tempo, può ancora vederli giocare e alla fine premiare con un meritato trofeo. Un viaggio nel tempo. Per qualche ora il quartiere è tornato ad essere nostro.
L’evento è stato poi coronato da una festa serale che ha avuto luogo al circolino di Sant’ Ambrogio, altro angolo di Varese bello da togliere il fiato e a pochi passi dal quartiere, raggiungibile con una breve passeggiata in aperta campagna. Il cibo, la musica, i canti, i balli e soprattutto le storie. Racconti di vita, sintetizzati in pochi minuti di chiacchiere fitte, nell’ incredulità di trovarsi nuovamente vicini e di potersi guardare negli occhi.
Questo incontro è stata un’esperienza straordinaria. Ha permesso di riscoprire legami che sembravano irrimediabilmente persi nel tempo e di condividere emozioni e ricordi preziosi. E’ stato un momento di gioia, di commozione e di gratitudine per le esperienze condivise durante quegli anni cruciali della vita. La dimostrazione che, a dispetto dei cambiamenti e delle sfide della vita, le amicizie sincere possono durare per sempre.
L’augurio è che questa esperienza possa servire da esempio per le future generazioni, incoraggiandole a mantenere vivo il legame con le proprie radici e a coltivare le amicizie che durano nel tempo.
L’amicizia che è così importante. A questo proposito e a conclusione di questo ricordo, riportiamo le parole di una scrittrice, Michela Murgia, che così bene ne ha descritto il senso e l’importanza: “Non l’ho capita mai la frase ‘siamo solo amici’, come se essere amici fosse il diminutivo di qualcos’altro. Sarà che ci sono giorni in cui mi sveglio in preda a una gratitudine feroce, smaniosa e urgente come se non avessi che un’ora ancora per dire tutti i grazie che devo, e la causa prima e sempre l’amicizia, l’invincibile legame che ci ostiniamo a mettere in gerarchia ad altri e invece è l’impalcatura su cui tutto il resto si regge. Mi apre gli occhi al mattino e parla subito al plurale, in un trillo da un gruppo su whatsapp, in una foto di mare che torna indietro dai rimbalzi della rete, in un sacchetto appeso alla maniglia da qualcuno passato la sera prima per sorprendere senza disturbare. Non ci sono intorno a me cerchi magici, ma magico è tutto quello che mette in cerchio, allarga e include, riscaldando ben oltre le linee delle braci che ho acceso io. Gli anni passano, ma quel fuoco non si spegne, neanche quando tutti i venti della vita sembrano essersi dati appuntamento per abbassarne il vigore. Oceani di mezzo, divorzi e figli, mutui e licenziamenti, case e progetti, malattie e nuovi amori… non sono altro che argomenti in più dell’infinito discorso che non abbiamo smesso mai di farci l’un l’altro. E se una mano nuova arriva ad aprire il cancello, purché sia pura, non lo troverà chiuso. Giusto a volte un po’ accostato”.
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