Mauro Repetto, ex 883: “Non ho ucciso l’uomo ragno e sogno Sanremo”
Il fondatore, insieme a Max Pezzali, del gruppo musicale 883 ha presentato il libro scritto con Massimo Cotto al pubblico di Duemilalibri tra parole e canzoni
Mauro Repetto si definisce un “normalone”. Uno che ha semplicemente seguito la sua strada, alla ricerca di nuova adrenalina. Eppure la sua scelta resta tra le più incomprese della storia della musica Pop in Italia e in questi anni è stata alimentata da miti e leggende.
Oggi è tornato e in un libro cerca di rispondere alle domande che nel tempo hanno tormentato i fan degli 883. Tra tutte, quella sul motivo che l’ha spinto a lasciare il duo all’apice del successo.
«Non ho rimpianti, non ho lasciato niente. Ho semplicemente seguito la linea scritta sul palmo della mia mano», spiega a Gallare, dove insieme al giornalista Massimo Cotto racconta la sua storia, quella che insieme hanno racchiuso nel libro “Non ho ucciso l’uomo ragno” (ed. Mondadori).
La sala degli Arazzi del Museo Maga si è riempita di gente per incontrarlo. Nonostante siano passati molti anni, il mito di quel ragazzino che ballava in modo scoordinato dietro a Max Pezzali è rimasto nella memoria di molti. In fondo, è anche grazie a lui e alla sua testardaggine se è nato il duo pop di pezzi come “Hanno ucciso l’uomo ragno”, “Come mai”, “Con un deca” .
Brani nati in una stanzetta della provincia di Pavia, da due ragazzini che cercavano di sopravvivere alla noia e cercavano di guardare oltre ai banchi di nebbia della bassa. La voglia di sfondare, la ricerca di una etichetta discografica, la spinta per continuare nonostante le sconfitte.
«Non c’è l’idea. Questa è la frase del burocrate della Warner tutte le volte che presentavamo un nostro brano». Poi l’incontro con Claudio Cecchetto cambia le cose e arriva il successo. Mauro Repetto a quel punto decide di andare a Miami: «Mi ero innamorato di una modella, Brandy. Era la donna perfetta ai miei occhi e avevo deciso che dovevo incontrarla. Dissi a Max: vado in America, forse non torno».
Il resto è storia. Oggi Repetto è tornato in Italia accolto da un grande affetto e con dei progetti a teatro per i prossimi mesi. E a Gallarate svela: «Ho mandato un mio brano ad Amadeus, chissà se ci rivediamo sul palco di Sanremo». Poi intona “Nord Sud Ovest Est” seguito dal pubblico.
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