A Vigevano la tentata evasione di un detenuto: la protesta del sindacato di polizia penitenziaria
Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale: la denuncia del Sappe: “Importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale“

Ferma presa di posizione del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria dopo il tentativo di evasione dall’Ospedale di Vigevano di un detenuto del carcere. Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del SAPPE, ricostruisce l’evento: «Un detenuto marocchino, che era ricoverato per ingestione di pile e tentato impiccamento, negli ultimi dieci giorni aveva già tentato di togliersi la vita e, con quello di sabato, è giunto al quarto tentativo. Ieri mattina, l’uomo si è lanciato dalla finestra della stanza dell’ospedale dove era in osservazione. I poliziotti penitenziaria che lo piantonavano si sono subito lanciati e l’hanno preso, tenuto conto che la finestra era a neanche un metro dal suolo, fortunatamente». Greco esterna il «pubblico plauso del SAPPE al personale di Polizia Penitenziaria addetto alla scorta che ha evitato il compimento di un grave evento critico con estrema professionalità. Oramai anche i tentativi di fuga dei detenuti, sia che avvengano dagli ospedali, dai tribunali o dagli istituti di pena stanno diventando una mera statistica» ed evidenzia che «l’evento è stato particolarmente critico perché posto in essere in un ospedale alla presenza di altri ricoverati, personale medico e sanitario, ma è stato gestito al meglio dalla Polizia Penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno. E’ per noi importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale».
«Stiamo parlando di poliziotti che fanno servizio in sezioni al limite (e oltre…) le condizioni minime di salubrità, che sono costretti a fare ore e ore di straordinario ogni giorno per far fronte ai compiti istituzionali, che non hanno neppure gli strumenti utili a garantire la loro stessa incolumità fisica, come può essere il taser», prosegue il leader del SAPPE. Capece sollecita «provvedimenti urgenti» e ricorda che giovedì scorso ha incontrato a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni: «nessuna indulgenza verso chi aggredisce i nostri poliziotti. In questo senso va nella giusta direzione il nuovo Decreto Sicurezza del Governo, là dove prevede proprio un inasprimento di pena per i detenuti che aggrediscono il personale di Polizia Penitenziaria durante la permanenza e l’espiazione di pena in carcere». Capece ricorda di avere espresso nei giorni scorsi «apprezzamento anche per l’impegno assunto dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio e dal suo omologo albanese Ulsi Manja che consentirà il trasferimento, presso gli istituti di pena del Paese d’origine, dei 1.940 detenuti albanesi ad oggi ristretti nelle carceri italiane».
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