La ginecologia dell’ospedale Del Ponte di Varese ottiene il certificato di eccellenza da Agenas

Il Piano nazionale Esiti, che ha premiato la chirurgia oncologica del Circolo, mette il Del Ponte al secondo posto per numero di isterectomie laparoscopiche, secondo solo al Gemelli di Roma

fabio ghezzi ginecologia

Eccellenza nell’ambito della chirurgia oncologica e di quella ginecologica. Il Piano Nazionale Esiti ,compilato da AGENAS per misurare e valutare le performance cliniche e assistenziali delle strutture sanitarie italiane, ha citato tra le eccellenze l’Asst Sette Laghi per la chirurgia oncologica, studiando gli esiti della chirurgia del tumore alla mammella che è quella numericamente più numerosa, seguita da quelle della patologia oncologica del colon, di quella della prostata e per finire da quella del pancreas.

Eccelle però anche la chirurgia laparoscopica ginecologica del professor Fabio Ghezzi. L’Ospedale Del Ponte di Varese, infatti, è secondo solo al Policlinico Gemelli di Roma per numero di interventi di isterectomia eseguiti annualmente (689).

L’isterectomia rappresenta, per frequenza, il secondo intervento chirurgico ginecologico, preceduto solo dal taglio cesareo. In Italia il tasso di isterectomia nelle donne tra i 40 e i 70 anni si aggira intorno al 15%. Circa il 90% delle isterectomie viene eseguito per condizioni benigne come fibromi, endometriosi o prolasso pelvico, per le quali la terapia medica è impossibile o si è dimostrata inefficace.

«Questi numeri sorprendentemente elevati non dipendono certo dal fatto che le donne varesine sono più ammalate delle connazionali, o perché si largheggia con le indicazioni all’intervento chirurgico – spiega il Prof. Fabio Ghezzi, Direttore della Ginecologia e Ostetricia della ASST dei Sette Laghi e docente all’Università dell’Insubria – La verità è che negli anni siamo diventati un centro di riferimento per la chirurgia mini-invasiva e nel nostro reparto oltre il 95% delle isterectomie è eseguito o con tecnica laparoscopica o utilizzando la via vaginale. Questo significa evitare ampie incisioni addominali, con enormi vantaggi in termini di dolore postoperatorio, di esiti estetici, di durata della degenza ospedaliera e di tempi di ripresa. L’esperienza maturata negli anni ci consente oggi di utilizzare la tecnica laparoscopica anche in casi che in mani meno esperte vengono considerati difficili ed eseguiti con l’intervento tradizionale, ad esempio in presenza di utero di grandi dimensioni o di precedenti interventi addominali o in pazienti obese. Solo centri ad alti volumi di attività chirurgica sono in grado di garantire professionalità e competenze che servono per affrontare in sicurezza anche gli interventi più complessi attraverso strumenti chirurgici di pochi millimetri di diametro. Purtroppo, il Piano Nazionale Esiti ci mostra che la maggior parte delle isterectomie in Italia avviene in strutture che eseguono meno di 50 interventi all’anno. Nella nostra realtà è invece accaduto che molti professionisti che lavorano sul territorio o in centri con minore esperienza chirurgica hanno compreso l’importanza di centralizzare i casi, per garantire a tutte le pazienti una chirurgia sempre sicura, precisa ed efficiente. Inoltre, la pubblicazione degli indicatori della qualità assistenziale come i volumi di interventi in siti web rivolti ai pazienti consente all’utenza di fare scelte informate: abbiamo donne che arrivano a Varese per essere operate da molto lontano, anche dalle regioni del Sud, perché hanno letto dei nostri altissimi volumi».

Questo vale anche per la patologia maligna dell’apparato genitale: nel campo dell’oncologia sono robuste da anni le evidenze di associazione tra volumi di attività più alti e migliori esiti delle cure, a tal punto che sono stati stabiliti dei valori soglia per individuare le strutture in cui il bisturi viene utilizzato un numero troppo basso di volte per poter garantire un grado di esperienza sufficiente per trattare adeguatamente specifici tumori. Il Piano Nazionale Esiti indica per il Del Ponte valori ampiamente al di sopra di quelli soglia sia per il tumore uterino, sia per quello ovarico, con numeri di donne trattate annualmente di poco inferiori a quelli di reputati centri oncologici nazionali.

Anche per quanto riguarda l’ambito ostetrico il Del Ponte, nonostante il bilancio demografico nazionale che dimostra un ulteriore declino nelle nascite nel 2022 rispetto all’anno precedente, si mantiene, con gli oltre 2700 parti/anno, il sesto punto nascita di Regione Lombardia. Gli indicatori del Piano Nazionale Esiti in tema di nascite vedono l’ostetricia varesina collocarsi al quarto posto tra gli 11 centri di medicina materno fetale lombardi per tasso di tagli cesarei primari e al terzo posto per percentuale di parti vaginali in donne con un precedente taglio cesareo. Degni di nota anche alcuni dati che riguardano i punti nascita più piccoli della ASST dei Sette Laghi: tra tutte le maternità lombarde, Tradate è al terzo posto per bassa percentuale di tagli cesarei primari (che si aggirano al 10% circa delle donne senza precedenti tagli cesarei) e al secondo posto per alto tasso di parti vaginali dopo taglio cesareo, mentre Cittiglio spicca nel panorama nazionale per la bassissima percentuale di donne sottoposte ad episiotomia durante un parto vaginale (2.4% dei parti vaginali contro una media italiana superiore al 10%).

«Non si tratta di sterili numeri e percentuali – precisa Ghezzi – ma della testimonianza della volontà fermamente perseguita di rispettare la normalità della nascita, riducendo al minimo gli interventi medici non necessari e affidando le gravidanze a basso rischio alla gestione in autonomia delle ostetriche. Questi risultati sono possibili solo grazie ad un lavoro di squadra – tiene a concludere Ghezzi – Ringrazio il team dei ginecologi, degli anestesisti , dei neonatologici, le ostetriche, le infermiere e il personale ausiliario che, con dedizione, continua ad impegnarsi ogni giorno per le donne che, anche da molto lontano, vengono a Varese per affidarsi alle nostre cure».

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Pubblicato il 09 Novembre 2023
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