Ris in aula per l’omicidio di Malnate, la casa passata col “laser scanner”
Nell’udienza ha parlato in aula il maggiore Nicola Staiti comandante del nucleo intervento operativo dell’élite investigativa dell’Arma
Il 9 agosto 2022 la casa della signora Carmela Fabozzi, a Malnate, è stata passata letteralmente al setaccio dai Ris di Parma dopo l’omicidio della donna avvenuto il 22 luglio e per il quale si sta celebrando a Varese in corte d’Assise il processo che vede imputato Sergio Domenichini, 67 anni, accusato di omicidio volontario pluriaggravato.
In mattinata ha preso la parola per spiegare la dinamica e l’esito delle indagini scientifiche il maggiore Nicola Staiti comandante del nucleo intervento operativo dell’élite investigativa dell’Arma.
La casa è stata passata con un “laser scanner”, uno strumento investigativo che consente il rilevamento di modelli tridimensionali di oggetti a scale e risoluzioni differenti e difatti è stato ricreata l’immagine “fotogrammetrica” dell’abitazione della povera pensionata.
Casa trovata ordinata – persino i quadri erano allineati – ma che grazie ai rilievi del Ris ha “svelato” le tracce lasciate sui muri a causa del sangue (il “cast off” cioè i segni di un oggetto sporco di sangue) durante l’omicidio. Un software che consente di ricostruire la scena del crimine: la “sorgente ematica”, quindi la posizione della vittima, è quella del punto in cui l’aggressore ha colpito la donna. Nel corso della giornata sono stati sentiti altri militari del Ris che si sono occupati degli altri rilievi investigativi.
In particolare, sempre militari del R.I.S. di Parma hanno illustrato le risultanze di analisi su una serie di reperti raccolti sul luogo del delitto, e, una volta eseguito l’arresto, anche di pertinenza dell’imputato. Nell’appartamento di via Sanvito a Malnate sono state refertate le diverse impronte lasciate da un unico paio di scarpa, un modello sportivo taglia 43, oltre ad una serie di campionature sui muri e su alcuni oggetti, tra i quali spicca il vaso di colore blu alto 28 cm, con una larghezza la base di 7,5 e un’apertura superiore di 8,5 cm. Partendo da quest’ultimo oggetto, che secondo gli investigatori “è l’arma del delitto”, sono state senza alcun dubbio isolate le impronte digitali dell’imputato, in particolare due segni lasciati dai polpastrelli del medio e dell’anulare sinistro nella parte interna del soprammobile, frutto di segni da sudore che lascerebbero pochi dubbi circa la loro paternità. Il vaso, secondo la ricostruzione dei militari, sarebbe stato impugnato due volte sempre con la mano sinistra e utilizzato per compiere l’omicidio (c’è da rilevare che secondo il difensore Francesca Cerri, Sergio Domenichini sarebbe “destro”). Un altro elemento interessante per la verifica dei dati oggettivi in merito a quanto avvenuto il 22 luglio 2022 a Malnate riguarda le impronte delle scarpe indossate dallo stesso Domenichini. Sembra inequivocabile che dagli elementi scientifici isolati dal R.I.S., l’imputato fosse sul luogo del delitto, dal momento che le impronte lasciate sul pavimento del tinello, all’ingresso del bagno, e nella camera da letto, corrispondono esattamente al modello sequestrato del R.I.S. Il punto è che nessuna traccia ematica della vittima, o comunque riconducibile alla vittima, è stata trovata dai carabinieri che hanno eseguito le analisi di laboratorio sotto la suola di quelle scarpe trovate nell’auto che Domenichini aveva noleggiato prima di partire per le vacanze. Un particolare che non necessariamente potrebbe influire sulla linea difensiva portata avanti dal difensore dell’imputato, e che invece è stato particolarmente discusso in merito alle fitte domande poste ai testimoni in aula, tutti i carabinieri, dall’avvocato difensore di parte civile Andrea Boni. Nella prossima udienza prevista per il 29 novembre sono attesi testi importanti: dal Crisafulli, l’amico della Domenichini condannato in primo grado per il favoreggiamento personale, alla compagna dell’imputato con la quale l’uomo era partito alla volta di Lignano Sabbiadoro, per le vacanze, lo stesso giorno in cui si è consumato l’omicidio dell’anziana.
In apertura di udienza la pm ha prodotto la documentazione fotografica relativa alla precedente udienza.
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