Quel condominio va svuotato: il Tar conferma lo sgombero del palazzo di via Torino a Gallarate
Senza riscaldamento, con impianti guasti e pozze di liquami negli interrati: lo scenario surreale di un condominio borghese, che da dieci anni è finito dentro ad un incubo

Quel palazzo, per tante ragioni, deve essere sgomberato: il Tar della Lombardia ha rigettato il ricorso presentato contro l’ordinanza di sgombero dello stabile di via Torino 8, emessa a fine novembre dal Comune di Gallarate, per gravi problemi tecnici e di igiene.
Il ricorso al tribunale amministrativo era stato presentato dalle società del Gruppo Far e dalla Adg, proprietarie della maggioranza degli alloggi del palazzo, che comprende anche alcuni appartamenti e negozi di proprietà di singoli privati.
A questo punto l’ordinanza, che era immediatamente esecutiva, resta in vigore. Un problema sociale importante, perché sono molte le persone che abitano nel palazzo, in parte inquilini delle società (che fanno capo a un unico proprietario) che hanno acquisito il grosso dello stabile una decina di anni fa, in parte singoli proprietari di appartamenti e un negozio.
Dopo l’acquisizione da parte di tre società private il condominio ha accumulato un ingente debito, intorno ai 600mila euro. I mancati pagamenti hanno portato all’interruzione delle manutenzioni, poi anche alla sospensione dell’energia elettrica condominiale (nelle parti comuni) e infine del riscaldamento centralizzato.
Alcuni dei proprietari di singoli appartamenti – che hanno investito i risparmi di una vita o hanno fatto un mutuo per acquistare in uno stabile un tempo borghese – si sono attrezzati inizialmente con impianti di riscaldamento “locale”, sul singolo appartamento, altri si sono trasferiti altrove.
Nello stabile sono rimasti poi altri inquilini degli appartamenti (questi tutti stranieri), nonostante tutte le difficoltà di vita e anche i potenziali rischi.
Chi è rimasto fa i conti con un ambiente problematico da vari punti di vista, tra cui le infiltrazioni di liquami che hanno invaso alcuni negozi – oggi vuoti – e il piano interrato, a causa della rottura dei tubi delle acque nere.
Al buio e al gelo da anni: l’incubo del condominio “sgomberato” a Gallarate
Visti questi problemi diffusi e anche una relazione dei vigili del fuoco a fine ottobre, il 29 novembre il Comune di Gallarate aveva dichiarato “l’inagibilità dell’intero complesso”, in considerazione appunto del “complessivo stato di criticità delle parti comuni e degli impianti”.
Le ragioni giuridiche addotte sono state confermate dal Tribunale Amministrativo Regionale, ce ha considerato anche che “il pregiudizio derivante dall’esecuzione del provvedimento gravato è comunque recessivo rispetto ai pregiudizi che, in mancanza di sgombero e di messa in sicurezza, potrebbero derivare agli occupanti e ai terzi che occupano lo stabile nelle attuali condizioni di criticità”.
Fuori dal linguaggio giuridico: il danno di dover lasciare casa è comunque inferiore ai rischi per la sicurezza e la salute.
A questo punto resta da capire quando gli abitanti lasceranno lo stabile e che prospettive ci siano per un recupero.
Fino ad oggi i piccoli proprietari hanno puntato sulla istanza di fallimento delle società milanesi, per sbloccare la situazione, rientrare dall’enorme debito del condominio ed effettuare i lavori necessari, che pure – considerato lo stato del fabbricato – sono ingenti
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