All’Eremo di Santa Caterina del Sasso arriva la commovente mostra sul naufragio di Lampedusa

La mostr, in occasione del decennale e ospitata inizialmente al memoriale della Shoah a Milano, sarà ospitata dal 28 febbraio al 1° aprile 2024

Una catenina, la bibbia, un cellulare impacchettato, la foto della laurea, le pasticche per il diabete: sono solo alcuni degli oggetti quotidiani protagonisti della mostra «La memoria degli oggetti. Lampedusa, 3 ottobre 2013. Dieci anni dopo», che dopo la prima esposizione presso il Memoriale della Shoah di Milano, sta per aprire all’Eremo di santa Caterina del Sasso a Leggiuno.

Un’esposizione  il cui scopo è fare memoria della tragedia del 3 ottobre 2013, quando nel mare di Lampedusa furono recuperati i corpi senza vita di 368 persone. Un evento che ha avuto un enorme impatto sull’opinione pubblica, generando un moto di pietà e di indignazione, ma che non ha impedito che quelle tragedie continuassero: sono infatti oltre 31.000 le persone che dal 2014 a oggi sono annegate nel Mediterraneo con la speranza di raggiungere l’Europa.

La mostra, curata da Paola Barretta, Imma Carpiniello, Valerio Cataldi, Adal Neguse e Giulia Tornari, espone non solo gli oggetti e le foto appartenuti ai migranti, ma anche il lavoro fotografico di Karim El Maktafi, che li ha documentati attraverso degli “still-life”, ma che ha anche immortalato il mare e i paesaggi di Lampedusa e ha realizzato i ritratti di alcuni dei soccorritori come Giusi Nicolini, già Sindaco di Lampedusa, e di alcuni sopravvissuti e parenti delle vittime. Gli audio dei primi che prestarono soccorso, il video del barcone inabissato e i servizi televisivi di Valerio Cataldi, il giornalista Rai che nel dicembre 2013 rivelò al TG2 il trattamento disumano riservato agli ospiti del centro di prima accoglienza dell’isola teatro della strage, che poi venne chiuso, saranno invece fruibili tramite QR Code a bordo del lago Maggiore, per ricordare quanto l’acqua sia affascinante ma anche drammatica.

«La mostra ha visto il suo primo allestimento intorno all’anniversario del decennale, il 3 ottobre – ha sottolineato Paola Barretta, portavoce dell’associazione Carta di Roma, tra gli organizzatori dell’esposizione – Il primo luogo che l’ha ospitata è stata un luogo straordinariamente simbolico, il memoriale della Shoah a Milano: l’Eremo di Santa Caterina è in un percorso di continuità, per questo siamo contenti che sia la seconda destinazione, altrettanto simbolica».

mostra memoria degli oggetti all'eremo di santa caterina

LA MOSTRA DI UN NAUFRAGIO NELL’EREMO NATO DA UN NAUFRAGIO

L’Eremo di Santa Caterina del Sasso, la cui storia prende avvio da un naufragio, ha deciso di ospitare la mostra dopo il primo allestimento del Memoriale della Shoah di Milano grazie alla collaborazione di Provincia di Varese, Archeologistics srl e Fraternità Francescana di Betania.

«Noi ci sentiamo coinvolti in prima persona – Ha confermato Fra Roberto Fusco -L’eremo nasce da un naufragio: il beato Alberto Besozzi ha raggiunto il sasso Ballaro dopo la tempesta di Lesa, nel dodicesimo secolo  Proprio l’idea del naufragio ha un significato simbolico molto alto: senso di precarietà di persone che si spostano e che può essere metafora della vita, che a volte può non andare bene, ma è anche un simbolo di speranza. La mostra che si potrà vedere dal 28 febbraio ci provoca, è un pugno nello stomaco: ma che ci mette davanti al senso di responsabilità, soprattutto nel senso della solidarietà e del coinvolgimento».

Tra i presenti, oltre alla comunità spirituale che gestisce l’Eremo, c’era anche il Vicario Generale dell’arcidiocesi di Milano Monsignor Franco Agnesi, vescovo incaricaato per la pastorale dei migranti, a testimoniare l’importanza anche morale e spirituale dell’iniziativa: «Le migrazioni sono un fenomeno globale inarrestabile – ha sottolineato Monsignor Agnesi – Fortunatamente, mi risulta che la prefettura e la provincia di Varese siano in primo piano per realizzare il programma del Papa: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Anche perchè la maggioranza dei migranti è cristiana».

mostra memoria degli oggetti all'eremo di santa caterina

SEMPRE PIU’ MOSTRE ALL’EREMO, PER EVIDENZIARE LA SUA NUOVA VOCAZIONE

Quella sulla “Memoria degli oggetti” è la seconda mostra organizzata in poche settimane nell’affascinante monumento su lago Maggiore, dopo quella sugli oggetti sacri, realizzata grazie a materiali custoditi nell’eremo:  «Da qualche mese l’occupazione dell’eremo è molto efficiente, con quella che presentiamo siamo alla seconda mostra, e non è finita – commenta Marco Magrini, presidente della Provincia di Varese – L’idea finale è quella di dedicare un museo dell’arte sacra a Santa Caterina, e inserirci nella rete dei musei della provincia, con l’intenzione di unire il luogo incantevole a delle attività culturali collegate».

Nel 2023 all’Eremo si sono superati i 160mila visitatori, circa il 10 per cento in più rispetto al 2022. «Il nostro obiettivo è redistribuire i flussi di questi visitatori, che normalmente sono concentrati in piena estate – spiega Elena Castiglioni, di Archeologistics, che da quest’anno gestisce l’eremo –   Per questo abbiamo fissato nel mese di marzo questa bellissima mostra, che ha avuto la sua prima esibizione al memoriale della Shoah a Milano, e sarà corredata da una serie di incontri e di eventi: il primo dei quali sarà con l’antropologa Cristina Cattaneo, che si è spesa per dare un nome a quelle vittime».

 

 

 

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 12 Gennaio 2024
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