“Vi taglio la gola”: condannato per le minacce ai controllori dell’autobus di linea a Varese
Multa e risarcimento simbolico ai due dipendenti delle Autolinee colpevoli di aver chiesto il biglietto a un giovane, ora in carcere. “Ma voglio migliorare la mia vita, e mi sono esso a studiare"
Il 12 maggio 2018 sulla linea “E“ delle Autolinee varesine (che collega i quartieri cittadini di Avigno a Bizzozero) i controllori del bus chiedono il biglietto ad un ragazzo classe 1998. Momento concitato, tanti giovani a bordo, caos. E scoppia la bagarre. Secondo i due controllori il giovane non aveva il biglietto. E per la paga li avrebbe pure minacciati di morte, facendo col dito il segno del taglio della gola.
«No, non è vero, sono stato frainteso», ha spiegato oggi, martedì 23 gennaio in aula il ragazzo, chiedendo scusa per essersi accalorato, spiegando di aver intrapreso un serio lavoro di riabilitazione, e con grande proprietà di linguaggio ha spiegato di essersi messo a studiare per costruirsi un futuro poiché attualmente si trova in carcere in Piemonte.
Il pm Davide Toscani ha ascoltato il giovane formulando in seguito la richiesta al giudice monocratico per due mesi di reclusione, richiesta a cui la parte civile – avvocato Alberto Caleffi, per i due dipendenti della Autolinee – si è associata domandando una somma a titolo di risarcimento. Per il difensore dell’imputato, avvocato Maurizio Pettiti del foro di Torino invece, il fatto è da ascriversi alla mancanza di volontarietà di dare seguito al reato per il quale l’imputato è a processo: minacce gravi, sì, ma per le quali il giovane stesso non sarebbe mai passato alle vie di fatto, anche in considerazione a quanto avvenuto una volta sceso dal bus: alla richiesta di mostrare i documenti il 26enne non si è sottratto, ma ha anzi atteso l’arrivo dei carabinieri chiamati dai controllori.
Alla fine il giudice Andrea Crema ha condannato il ragazzo ad una multa di 800 euro (si era opposto ad un decreto penale di condanna), oltre ad una cifra di 250 euro per ciascuno dei controllori, unitamente al pagamento delle spese processuali.
L’imputato è stato così ricondotto in carcere dove sta scontando una pena per svariati reati, anche importanti, fra i quali rapina. Si tratta di un soggetto noto alle forze dell’ordine che a sua detta ha intrapreso un percorso di redenzione, con un passato che però si inquadra nel sottobosco delle baby gang cittadine, e della micro criminalità.
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