Le sfide dell’intelligenza artificiale nelle aziende. Il caso Lati Termoplastici
Il professor Giacomo Buonanno, docente Liuc Università Cattaneo analizza, insieme a Michela Conterno, ceo di Lati spa, la nuova frontiera del digitale nelle imprese
«Gli aspetti più significativi relativi all’ingresso dell’Intelligenza Artificiale nelle aziende sono la flessibilità e la possibilità di integrare e automatizzare i sistemi anche in situazioni impreviste all’interno dei processi produttivi»: con questa considerazione, il professore Giacomo Buonanno, ordinario alla Scuola di ingegneria della Liuc – Università Cattaneo, ha introdotto un video realizzato nell’ambito del progetto Labskill new generation competences, in cui si analizzano le sfide dell’intelligenza artificiale al mondo delle imprese.
L’AI NON È UNA MINACCIA
Al video ha portato la propria testimonianza Michela Conterno, ceo di Lati Industria Termoplastici, azienda fondata nel 1945, tra le più solide e dinamiche realtà manifatturiere dell’Insubria, che ha sottolineato l’importanza che l’Intelligenza Artificiale è destinata ad avere sulla organizzazione delle imprese: «Per noi, la transizione digitale e gli scenari aperti dell’AI non sono minacce ma, anzi, opportunità per migliorare ulteriormente le condizioni di lavoro e lo sviluppo dell’azienda».
GLI UTILIZZI DELL’AI
Sarà un cambiamento radicale rispetto al passato? «La digitalizzazione – spiega Buonanno – consentiva di automatizzare una serie di processi ripetitivi mentre oggi, con l’Intelligenza Artificiale, è possibile intervenire su procedure che non sono sempre uguali, realizzando una sorta di automazione cognitiva. Al momento io vedo, tre situazioni di utilizzo: lo sviluppo di nuovi prodotti, la possibilità di effettuare analisi di mercato più dettagliate ed efficaci e una maggiore e migliore collaborazione tra imprese all’interno di una supply chain evoluta».
«Oggi – conferma Conterno – l’Intelligenza Artificiale ci prospetta opportunità promettenti in numerosi ambiti: dalla comunicazione alla gestione delle risorse umane (formazione e selezione), dalla supply chain al demand planning, dalla rete commerciale alla pianificazione, dalla manutenzione preventiva all’analisi predittiva in termini di qualità».
L’IMPATTO SU CAPITALE UMANO E COMPETENZE
«Un fattore molto discriminante nel mondo delle aziende – sottolinea Buonanno – è la disponibilità di risorse in funzione delle rispettive dimensioni, sia in termini economici sia sotto il profilo del capitale umano e delle competenze: se le grandi imprese possono infatti sviluppare internamente soluzioni personalizzate di intelligenza artificiale, questo non è ancora possibile per le aziende medie e piccole».
«L’approccio all’intelligenza artificiale – aggiunge infine Conterno – ci richiede un impegno particolare, ossia quello del reskilling, dal punto di vista tecnico ma soprattutto per ciò che riguarda le competenze soft: per avere una mentalità che sia allenata al nuovo, dobbiamo lavorare sul problem solving, sul pensiero critico e su un miglioramento della trasversalità e della collaborazione tra funzioni».
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