Nuove eccezionali scoperte nell’antica città di Adulis scoperta dai fratelli Castiglioni

Nell'ultima campagna del Centro Ricerche sul Deserto Orientale da loro fondato sono stati effettuati ritrovamenti che datano la fondazione della città a prima di Cristo. Intanto, il documentario “Dall’acqua all’acqua” ha ricevuto una menzione speciale al Firenze archeofilm

Nuovi ritrovamenti negli scavi di Adulis dei fratelli Castiglioni

È rientrata qualche giorno fa dall’Eritrea, presso il sito di Adulis, l’ultima missione archeologica effettuata dal Centro Ricerche sul Deserto Orientale, fondato da Alfredo e Angelo Castiglioni a Varese nel 1991.

La campagna 2024, conclusasi pochi giorni fa, ha portato eccezionali novità: sono stati scoperti grandi vasi interamente conservati perché intenzionalmente interrati e pertinenti ad una fase più antica della storia della città, databile al I-II secolo d.C., fino ad oggi pressoché sconosciuta.

Finora si riteneva infatti che lo sviluppo della città fosse collocabile tra il III e il VII secolo d.C. Il contenuto dei vasi potrà essere rivelato solo dopo un attento scavo in laboratorio: potrebbero contenere derrate alimentari, oppure resti di sepolture.
Altre ceramiche, rinvenute in frammenti nell’area circostante i due vasi interi, sono riferibili ad epoche ancora più antiche: gli studi confermeranno l’ipotesi di una datazione di alcuni dei frammenti al II-I millennio a.C., quando Adulis era meta delle spedizioni faraoniche nella mitica Terra di Punt, “la Terra degli Dei e delle Meraviglie”.
Compito della prossima campagna di scavi sarà l’indagine stratigrafica dell’area circostante i vasi, per verificarne la possibile funzione domestica o funeraria.

Adulis, la città riscoperta dai fratelli Castiglioni

Il sito di Adulis si trova sulla costa sud occidentale del Mar Rosso, nella Baia di Zula, una
cinquantina di km a sud di Massaua. La posizione geografica del sito, all’incrocio di rotte marittime e terrestri di portata internazionale, fu il fattore chiave che determinò lo sviluppo di Adulis, la più importante città portuale del Corno d’Africa nell’antichità. Ugualmente favorevole era l’ubicazione dell’insediamento alla confluenza di tre fiumi, il Comaile, l’Haddas e l’Alighede, in un territorio ricco di terra coltivabile, di risorse minerarie e depositi di prezioso sale.

Nuovi ritrovamenti negli scavi di Adulis dei fratelli Castiglioni

La vocazione commerciale di Adulis era già attiva in epoca faraonica, almeno a partire dal Vecchio Regno (2650-2150 BC), in quanto parte della Terra di Punt, la regione in cui le spedizioni egizie cercavano merci preziose ed esotiche quali l’ossidiana, l’avorio, il corno di rinoceronte, le pelli di ippopotamo, la tartaruga, le scimmie e gli aromi.

Nel VII-VIII secolo d.C. una catastrofe naturale, un’inondazione forse accompagnata da terremoti distrusse la città, abbandonata allora dai suoi abitanti e mai più ripopolata.
Adulis, sommersa dal fango e dalla sabbia, scomparve per un lungo periodo dalle pagine della Storia.

Nel 2011 l’Eritrea ha inaugurato una nuova generazione di ricerche archeologiche nel sito,
riprendendo gli scavi dopo un intervallo di oltre cinquant’anni. La direzione del progetto venne affidata dalle autorità dell’Eritrea al Centro Ricerche sul Deserto Orientale, oggi guidato dalla professoressa varesina Serena Massa, archeologa dell’Università Cattolica, in collaborazione con la Commission of Culture and Sports, il Museo Nazionale dell’Eritrea (Asmara), il Museo della Regione Settentrionale del Mar Rosso (Massaua).

Nel tempo hanno aderito al progetto quattro importanti atenei italiani: l’Università Cattolica di Milano, il Politecnico di Milano, l’Università Orientale di Napoli, l’Università dell’Insubria di Varese dando vita ad una delle più importanti cooperazioni di ricerca archeologica effettuate del nostro paese all’estero.

Dal 2011, le annuali campagne di scavo hanno riportato alla luce straordinari monumenti: due basiliche paleocristiane e la cattedrale, con splendide decorazioni in marmo ed alabastro; la residenza di un personaggio di rango elevato prossima alla cattedrale, ambienti con funzione domestica e produttiva, sepolture e moltissimi reperti mobili importati da lontano. L’area della città – oltre quaranta ettari – è cosparsa di cumuli di pietre lavorate, testimoni di un’architettura in pietra che, al di fuori delle province romane, nell’antichità è documentata unicamente in questa regione dell’Africa, altrove caratterizzata da costruzioni in legno e argilla.

Nuovi ritrovamenti negli scavi di Adulis dei fratelli Castiglioni

Menzione speciale del festival Firenze ArcheoFilm al film dei fratelli Castiglioni “Dall’acqua all’acqua”

Quella delle nuove scoperte di Adulis non è l’unica “buona notizia” in memoria di Alfredo ed Angelo Castiglioni: si è appena chiusa infatti con un grande successo di pubblico la VI edizione di “Firenze Archeofilm”, il festival di Archeologia Arte e Ambiente organizzato dalla rivista Archeologia Viva (Giunti Editore) al Cinema La Compagnia di Firenze.

In cinque giorni sono stati proposti al pubblico 88 film da tutto il mondo, tra questi anche “Dall’acqua all’acqua” di Angelo e Alfredo Castiglioni. Realizzato nel 1978 e rieditato nel 2012, il documentario è la cronaca della missione del 1977 effettuata dai fratelli Castiglioni attraverso il Deserto del Sahara per aprire una nuova pista da Gao (Mali) a N’guigmi (Niger) passando da Agades per congiungere il fiume Niger con il lago Ciad. Un viaggio attraverso una zona allora non ancora esplorata. Lungo il percorso la spedizione incontra isolate comunità Tuareg, scopre giacimenti fossiliferi, ritrova numerosi graffiti preistorici e
s’imbatte in una carovana morta di sete.

La giuria che conferisce il premio “Università di Firenze”, composta dai docenti Sara Casoli
(dipartimento SAGAS – Cinema, fotografia e televisione), Domenico Lo Vetro (docente di
archeologia preistorica), Silvia Pezzoli (docente di Scienze della comunicazione) ha assegnato all’opera dei registi varesini una menzione speciale con la seguente motivazione: «Cronaca della missione del 1977 effettuata dai fratelli Castiglioni attraverso il Deserto del Sahara, il film costituisce un importante esempio di memoria storica del documentario etnoantropologico e archeologico. Le immagini, dallo stile sobrio ma elegante, restituiscono, con forza evocativa, la passione e la dedizione dei fratelli Castiglioni nel compiere questa impresa con la sincera volontà di comprendere i popoli incontrati e la loro storia millenaria».

Continua a villa Mirabello la mostra sugli scavi dei fratelli Castiglioni

Intanto, continua a Villa Mirabello l’ Esposizione “Incontri di Mondi Lontani. Dai viaggi d’esplorazione di fine ‘800 alle ricerche di Angelo e Alfredo Castiglioni” è un progetto espositivo a Varese, che resterà aperta fino al 1° giugno 2025 presso i Musei Civici.

La mostra, organizzata da Marco Castiglioni e curata da Sara Conte, Serena Massa, Giovanna Salvioni, esplora i viaggi di esplorazione del tardo Ottocento e le ricerche dei fratelli Castiglioni, con documenti, oggetti, foto e video che raccontano culture lontane e diverse.

L’esposizione è aperta da martedì a domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 18.00

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

Il web è meraviglioso finchè menti appassionate lo aggiornano di contenuti interessanti, piacevoli, utili. Io, con i miei colleghi di VareseNews, ci provo ogni giorno. Ci sosterrai? 

Pubblicato il 18 Marzo 2024
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