Nel laboratorio di Giulia Bonora a Gallarate: “Ecco cos’è per me la ceramica”
Ventisei anni, originaria di Cunardo, ha mosso i primi passi alla storica Ibis di Cunardo. Ora ha il suo laboratorio: "Non è facile ma è un lavoro che mi da moltissimo"

Giulia Bonora sta costruendo il suo percorso pezzo per pezzo. Con la stessa dose di concretezza, originalità e libertà che mette nelle sue ceramiche.
Pezzi unici, colorati e materici che nascono dalla voglia di dar vita a qualcosa di concreto e che si possono tradurre in una tazzina da caffè o un’installazione alta un metro.
Bonora si definisce una craft designer, ovvero lavora in modo artigianale dei pezzi di design.
Usa principalmente la ceramica ma ama anche la fotografia e l’arte a tutto tondo, ha ventisei anni, ha studiato all’Accademia delle Belle Arti di Brera e ha continuano il suo percorso di formazione tra laboratori e residenze artistiche dove ha capito che quel blocco di materia marrone poteva darle molte soddisfazioni. Gira l’Italia, la provincia ma è originaria di Cunardo, proprio dove ancora oggi c’è una delle più antiche fornaci legate alla lavorazione della ceramica, la Ibis.
«Ho lavorato tra quelle mura per due anni con di Giorgio Robustelli, poi ho fatto esperienze diverse. Ho incontrato tante persone che mi hanno insegnato a lavorare la ceramica o con le quali c’è stato uno scambio artistico. Oggi ho il mio laboratorio che condivido con un’altra ceramista Anna Maria Polo e anche grazie a Andrea Bonafede».
Uno spazio luminoso, un ex officina dove oggi ci sono stampi, pennelli e colori e dove la luce naturale attraversa le finestrelle quadrate. «La ceramica permette di concretizzare quello che hai in testa e questo per me è bellissimo. Ci sono notti che non si riesce a dormire tanto è la voglia di progettare e fare cose nuove». E rispetto alla sua piccola impresa spiega: «Non è facile ma personalmente mi dà tantissime soddisfazioni».
Nel suo laboratorio uno spazio è dedicato all’esposizione delle sue opere di design, quelle che comprendono oggetti di utilizzo quotidiano, tazzine, posaceneri, vasi, piatti, porta candele e molto altro. Il laboratorio invece è il cuore dell’attività, dove vengono lavorati i pezzi e poi infornati. Mentre ci aggiriamo tra i tavoli, Bonora inizia a costruire una delle sue installazioni in vista di una esposizione alla quale deve partecipare. Sabato 9 marzo, alle 17.30 invece sarà alla Ghiggini Arte di Varese per l’inaugurazione della nuova mostra che la vede protagonista insieme alla pittrice Debora Fella.
In quella occasione si potranno vedere anche i suoi “Interlocking of atoms”, l’installazione che più la rappresenta ad oggi. «Sono opere che nascono dall’immagine della cellula come elemento di un insieme, di tante piccole parti che vanno a costruire un corpo. Nello stesso modo l’uomo raccoglie le esperienze della sua vita e le mette insieme per costruire se stesso». Per questo l’opera si traduce poi in una scultura vaso costruita da frammenti e al centro è vuota. Inoltre, aggiunge, le ultime opere sono ricoperte da una texture ricavata da un sasso raccolto proprio a Cunardo, così da renderle ancora più uniche. «Lavorare di arte non è facile, ma Bonora va avanti un pezzo per volta, «mattoncino per mattoncino», come dice lei.

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