Il caso dei lavoratori dell’igiene urbana di Castellanza continua a far litigare Sieco e Ala
Nel passaggio di consegne tra Sieco e Aemme Linea Ambiente, alcuni dipendenti restano senza garanzie di assunzione a seguito della mancata applicazione di una clausola sociale, aprendo questioni legali e preoccupazioni per il futuro

La recente transizione nella gestione del servizio di igiene urbana del Comune di Castellanza ha scatenato un vero e proprio caso lavorativo che colpisce 13 dipendenti della precedente gestione di Sieco e uno scontro tra le due società di igiene urbana. Questi lavoratori si trovano ora in una situazione di incertezza a causa – secondo Sieco – della decisione di Aemme Linea Ambiente (ALA) di non applicare la “clausola sociale” precedentemente rispettata, che garantiva la continuità professionale e salariale ai dipendenti già presenti.
La società uscente ricorda come un decennio fa, quando assunse la gestione, si impegnò a tutelare i lavoratori della ditta precedente attraverso questa clausola, stipulata insieme al Comune di Castellanza come fideiussore. Oggi, tuttavia, ALA ha optato per una strategia diversa e sostenendo di non poter utilizzare altra strada se non quella di assumerli tramite un nuovo bando di assunzione compromettendo però gli scatti di anzianità maturati dai lavoratori negli anni. Va specificato che 6 dei 13 lavoratori coinvolti hanno già aderito a questi bandi emessi da Ala.
La reazione di Sieco non si è fatta attendere. L’azienda, in una dichiarazione ufficiale, ha espresso la sua ferma opposizione a queste pratiche, considerate non solo un tradimento del patto di fiducia tra lavoratore e azienda, ma anche una violazione del principio di “clausola sociale” sancito dalla recente sentenza della Corte di Cassazione.
Il caso ha raggiunto anche sfere legali e mediatiche, con Sieco che ha già avviato azioni legali contro ALA e il Comune, sollecitando l’intervento del Prefetto nella speranza di una risoluzione che tuteli i diritti dei lavoratori e le loro famiglie, pesantemente colpite da questa situazione.
Il confronto tra le pratiche di gestione del lavoro etico e quelle che sembrano guidate da logiche di risparmio economico è al centro di questo contenzioso. Al fianco dei lavoratori ex-Sieco si è schierata anche l’associazione “Castellanza nel Cuore” che sta seguendo con apprensione gli sviluppi, auspicando che la giustizia prevalga per garantire che nessun lavoratore debba pagare il prezzo di decisioni aziendali.
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